2.21.2013

Un nuovo mercato del lavoro è possibile – in Agricoltura

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it



La ricetta della Flai per cambiare la situazione nel settore: rilanciare i servizi all'impiego e le politiche attive per l'occupazione. Garantire il rispetto delle regole, punire gli abusi. No allo sfruttamento dei lavoratori, premi alle aziende virtuose.


Un nuovo mercato del lavoro per il settore agricolo. E' questa la richiesta della Flai Cgil, presentata nell'appuntamento di oggi (20 febbraio) a Roma al Teatro Ambra Jovinelli, dal titolo "Un nuovo mercato del lavoro, in agricoltura è possibile".

    In tale contesto si colloca il mercato del lavoro agricolo caratterizzato da una forte stagionalità, dovuta contestualmente al ciclo naturale delle colture e al limite dimensionale delle aziende gran parte delle quali assume complessivamente, ma suddivisi per fasi o cicli stagionali, mediamente meno di tre unità all'anno. "Ciò  - continua l'analisi - rende strutturale la composizione del mercato del lavoro agricolo diviso dal 90% di manodopera a tempo determinato e il restante 10% a tempo indeterminato su cui si riflettono due speculari e concomitanti fattori negativi: il caporalato ed il lavoro nero da una parte e il lavoro fittizio dall'altro: due evidenti criticità poste alla base delle iniziative contrattuali ed inserite, allo scopo di rimuoverle, tra i punti dell'Avviso Comune concordato tra le parti sociali sin dal 24 gennaio 2012".

    Il testo si sofferma poi sui problemi del mercato del lavoro agricolo. Vista la particolarità del suo sistema produttivo, si legge, in alcuni momenti c'è maggiore bisogno di manodopera rispetto agli altri settori. "Una carenza strutturale cui sopperisce, impropriamente, la presenza di cooperative ed aziende, cosiddette senza terra, spesso annoverate tra le attività criminali e delle mafie che tra gli altri 'servizi', forniscono 'chiavi in mano', anche quello della manodopera cui presupposti sono l'evasione contributiva e fiscale, l'assenza di ogni minima garanzia sul piano della sicurezza sul lavoro e la privazione di ogni diritto e tutela sindacale, nonché la compravendita di giornate di lavoro fittizio per assicurare indebite prestazioni previdenziali a chi non ha titolo che pesa come un macigno a danno della previdenza pubblica e dei lavoratori agricoli".

    "La necessità di superare tale complessa situazione - scrive la Flai - è posta alla base della nostra iniziativa finalizzata a dotare il settore agricolo di una strumentazione di collocamento particolare e specifica, calibrata sul settore, dalle connotazioni chiare".

    Il sindacato sottolinea "la necessità di dare corso al 'riordino della normativa in materia di servizi per l'impiego e politiche attive e degli incentivi all'occupazione' e della contestuale e più complessiva scelta di riallocare le funzioni amministrative immaginando due ipotesi: il trasferimento ai comuni di dette competenze oppure l'acquisizione a sé da parte delle regioni 'per assicurarne l'esercizio unitario'".

    Tra le richieste degli agricoli, in primo luogo, c'è un rispetto delle regole e punizioni più severe per abusi e illegalità. In particolare è necessario vigilare "sull' intermediazione illecita e sfruttamento di lavoro, definendo un nuovo e moderno sistema di coordinamento e di governo del mercato del lavoro". Per farlo serve un luogo di coordinamento istituzionale da istituire presso i Comuni, le sedi Inps, i Centri per l'Impiego o altre sedi pubbliche, per la gestione del collocamento, attraverso un efficace programma di prenotazione (assunzione e riassunzione) e di governo della domanda e dell'offerta di lavoro anche con riferimento alle problematiche dei lavoratori migranti.

    Occorre inoltre "un efficiente servizio integrato e flessibile di trasporto dei lavoratori da definirsi a livello regionale - conclude -. E un meccanismo premiale (finanziamenti, defiscalizzazione aliquote contributive, agevolazioni) per le aziende che vi ricorrono".



I NUMERI DEL SETTORE AGRICOLO


- Lavoratori impiegati nel settore agricolo in maniera regolare: circa un milione.

- Lavoratori impiegati – anche stagionalmente - nel settore agricolo che lavorano in nero, con contratti irregolari, sottopagati, "assunti" dai caporali: circa 400.000, in grande prevalenza stranieri.

- Il tasso di irregolarità nel settore agricolo è pari al 24,8% (dato 2011, fonte Istat).

- Lavoratori che vivono in condizioni estreme dal punto di vista degli alloggi e dell'accesso ai servizi minimi (acqua, servizi igienici, luce): circa 90/100 mila.

- Compenso giornaliero per un lavoratore in nero: tra i 20 e i 30 euro per una media di 10-12 ore di lavoro al giorno.

- Il peso del sommerso sul Pil è del 17,5%, con la maglia nera che va proprio all'agricoltura con il 32,8%.