7.08.2013

L’alleanza produttiva tra Italia e Germania

 

Finalmente Italia e Germania cominciano a dialogare in modo serio sul come superare la crisi economica e la debilitante debolezza politica dell'Unione europea. E' tempo di mettere da parte stantii luoghi comuni, polemiche e pregiudizi.

 

di Mario Lettieri, già Sottosegretario all'economia (governo Prodi)

e Paolo Raimondi, Economista

 

L'occasione è stata offerta dal primo Forum economico italo-tedesco tenutosi recentemente a Francoforte.

    Come è stato evidenziato nell'incontro, nel 2012 la produzione industriale italiana si è ridotta del 7% e, contestualmente, anche le prospettive di crescita della Germania sono scese dal 3,6% allo 0,3%. Si ricordi che il 60% dell'export tedesco è orientato verso il mercato europeo e soltanto il 6% verso la Cina. In questo contesto gli scambi commerciali italo-tedeschi ammontano a 100 miliardi di euro.

    Perciò anche al Forum si è preso atto che se l'Italia e altre parti dell'Europa non vanno bene ne soffre anche la Germania. Ciò è stato esplicitamente sottolineato dal socialdemocratico Walter Steinmaier, l'ex ministro degli esteri della passata Grosse Koalition. Egli ha anche criticato la gestione della crisi economica basata soprattutto su politiche di austerità che ha determinato una crescita della disoccupazione in Europa fino a superare il livello di 25 milioni.

    La riflessione dell'importante uomo politico in verità si sta facendo strada in vari settori economici e tra diversi politici tedeschi per cui essa potrebbe influenzare anche le elezioni tedesche del prossimo settembre.

    In questo contesto il miglioramento delle relazioni economiche tra Italia e Germania diventerebbe fondamentale per le iniziative di ammodernamento del comparto industriale europeo, che naturalmente dovrebbe essere accompagnato dalla realizzazione di grandi progetti infrastrutturali e da una seria lotta contro la disoccupazione giovanile.

    Durante il Forum sono state illustrate alcune valide esperienze tedesche che meriterebbero di essere attentamente valutate e magari anche applicate dall'Italia.

    Mentre in Italia il 35,5% dei giovani è disoccupato, in Germania non si va oltre l'8,1%. Tale differenza è dovuta a due decisioni strategiche adottate a Berlino: il blocco delle tendenze verso l'outsourcing delle capacità produttive e la realizzazione di un sistema educativo duale introdotto in Germania 10 anni fa.

    Questo programma, noto come "Agenda 2010", mirava all'aumento della produttività del lavoro attraverso una profonda riforma dell'istruzione legata allo sviluppo di un agile ed efficace apprendistato con il coinvolgimento dell'apparato industriale manifatturiero, degli enti locali e di altri soggetti sociali. Una prospettiva che si combinasse con la flessibilità del lavoro e con la riorganizzazione delle politiche sociali.

    La riforma tedesca funziona in questo modo: prima di terminare le scuole superiori, gli studenti vengono affiancati da tutor esperti che li aiutano a scegliere il loro percorso professionale mettendoli direttamente in contatto con il mercato del lavoro. Essi entrano così in un rapporto operativo con le imprese iniziando a lavorare con un contratto di apprendistato e ricevendo una adeguata istruzione professionale, vera, sempre in un rapporto proficuo con il sistema professionale statale.

    Così dei 900.000 giovani che ogni anno terminano gli studi superiori, ben 500.000 sperimentano simili contratti di lavoro e di training. Negli ultimi anni oltre 1,3 milioni di giovani hanno così trovato un lavoro stabile nelle industrie tedesche.

    Il Forum infine ha ricordato la storia millenaria dei rapporti commerciali e culturali italo-tedeschi, sottolineando che l'alleanza produttiva tra i due Paesi ha anche un valore simbolico. Essa dovrebbe, perciò, diventare il fulcro per lo sviluppo economico, sociale e culturale dell'intera Europa, sconfiggendo definitivamente le anacronistiche chiusure e le competizioni campanilistiche.

    Al riguardo la proposta del citato esponente politico tedesco circa la concreta possibilità di creare 500.000 nuovi posti di lavoro in Europa nei prossimi 3 anni non è utopistica ed è condivisibile.

 

 

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it

 

Cassazione: emarginazione sul lavoro equivale a lesioni

 

Importante sentenza della Cassazione in materia di lavoro. La suprema corte ha infatti stabilito che l'emarginazione sul posto di lavoro, seguita da vessazioni, può essere risarcita alla stregua delle lesioni. Lo ha sottolineato la sesta sezione penale, disponendo un nuovo esame – in sede civile - della vicenda di un funzionario della filiale di Milano della Bnl, S.C., vittima di una serie di vessazioni sul posto di lavoro tali da determinare una incapacità lavorativa superiore ad un mese. Ad un certo punto, il funzionario di banca, come registra la sentenza di piazza Cavour, era stato emarginato e messo in una stanza angusta.

    La corte d'appello di Milano, nell'ottobre 2012, aveva detto al funzionario che non c'erano gli estremi dei maltrattamenti. Lui ha fatto ricorso in Cassazione e ora ha ottenuto soddisfazione. In particolare, la Suprema Corte, disponendo un nuovo esame davanti alla Corte d'appello civile di Milano, ha osservato che "le lesioni" da risarcire "sono consistite nel disturbo dell'adattamento e nella reazione depressiva prolungata da problemi sul lavoro". La lesione, tecnicamente, si chiama danno 'da straining'.

   

7.01.2013

Pacchetto lavoro: 1,5 miliardi per giovani, over 50 e disoccupati

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it

 

 

Via libera del Cdm al pacchetto lavoro. Il governo Letta ha varato un decreto che prevede incentivi per chi assume a tempo indeterminato i giovani, agevolazioni per i soggetti con più di cinquant'anni di età, disoccupati da oltre dodici mesi e disabili. Per questi provvedimenti sono stati complessivamente stanziati 1,5 miliardi di euro. Incentivi per giovani, ultracinquantenni, disoccupati da oltre 12 mesi e disabili. Detassazione e fino a 650 euro al mese per chi assume a tempo indeterminato gli under 30 e mini-assegno agli studenti per il tirocinio. Ecco cosa prevede il dl.

L'incentivo è istituito in via sperimentale ed è destinato ai giovani di età compresa fra i 18 e i 29 anni. L'incentivo, si legge nel decreto, verrà corrisposto "per un periodo di 12 mesi ed entro i limiti di 650 euro mensili per lavoratore nel caso di trasformazione a tempo indeterminato". Per poterne usufruire i giovani devono rientrare in queste condizioni: essere privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi; essere privi di un diploma di scuola media superiore o professionale, vivano soli con una o più persone a carico.

    Il bonus viene creato, si legge, "al fine di promuovere forme di occupazione stabile di giovani" e "in attesa dell'adozione di ulteriori misure da realizzare anche attraverso il ricorso alle risorse della nuova programmazione comunitaria 2014-2020". L'assunzione a tempo indeterminato di giovani tra 18 e 29 anni determina tra l'altro, “l'azzeramento totale dei contributi per i primi 18 mesi' e per “12 mesi” nei casi di trasformazione in tempo indeterminato.

    Le risorse, in attesa dell'adozione di ulteriori misure da realizzare anche attraverso il ricorso alle risorse della nuova programmazione comunitaria 2014-2020, ammontano complessivamente a 800 milioni di euro. Le assunzioni a valere sulle risorse stanziate dal decreto "devono comportare un incremento occupazionale netto e devono essere effettuate a decorrere dal giorno successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto e non oltre il 30 giugno 2015", si legge nella bozza entrata in Cdm.

    Le risorse ammontano per il Mezzogiorno a 100 milioni per il 2013, 150 per il 2014, 150 per il 2015, 100 per il 2016. Per le altre Regioni 48 per il 2013, 98 per il 2014, 98 per il 2015, 50 per il 2016. L'importo complessivo destinato all'occupazione ammonterebbero a 1,5 miliardi.

    L'incentivo è pari al 33% della retribuzione mensile lorda complessiva, per un periodo di 18 mesi, ed è corrisposto unicamente mediante conguaglio nelle denunce contributive mensili del periodo di riferimento, fatte salve le diverse regole vigenti per il versamento dei contributi in agricoltura. Il valore mensile dell'incentivo non può comunque superare l'importo di 650 euro per lavoratore.

    L'Inps provvederà al monitoraggio della spesa per la stabilizzazione dei giovani prevista dal decreto lavoro, inviando relazioni trimestrali al ministero del Lavoro e a quello dell'Economia.  "In caso di insufficienza delle risorse - si legge nel documento - l'Inps ne fornisce immediata comunicazione ed esaurisce le domande privilegiando quelle con data di assunzione più risalente". Entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della disposizione, l'Inps adeguerà le proprie procedure informatizzate allo scopo di ricevere le dichiarazioni telematiche di ammissione all'incentivo e di consentire la fruizione dell'incentivo stesso. Entro il medesimo termine l'Inps, con propria circolare, disciplinerà le modalità attuative dell'incentivo.

    Non solo giovani. Il dl sul lavoro prevede agevolazioni anche per i soggetti con più di cinquant'anni di età, disoccupati da oltre dodici mesi. In particolare, si legge nel provvedimento, in via sperimentale per gli anni 2013, 2014 e 2015 è istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali un fondo con dotazione di 2 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2013, 2014, 2015, volto a consentire alle amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, "di corrispondere le indennità per la partecipazione ai tirocini formativi".

    Nel pacchetto lavoro, poi, ci sono  incentivi per quegli imprenditori che assumono lavoratori disoccupati in Aspi. L'incentivo alle imprese sarà finanziato con la quota parte  dell'Aspi non utilizzato dal lavoratore assunto a tempo indeterminato. Saranno inoltre estese ai co.co.pro e alle  altre categorie dei lavoratori le norme contro le dimissioni in bianco.

    Ad ogni studente universitario che abbia concluso gli esami, abbia una buona media e rientri sotto una soglia del redditometro, tra l'altro, lo Stato potrebbe riconoscere una specie di mini-assegno di 200 euro al mese qualora svolga un tirocinio della durata minima di 3 mesi con enti pubblici o privati.

    Il Governo ha stanziato infine 22 milioni di euro per incentivi all'assunzione di disabili.

 

IPSE DIXIT

Sette punti sul Pil - «Vedere una piazza piena di lavoratori appartenenti alle maggiori confederazioni sindacali... è un buon segno per l’intera società… La marcia in ordine sparso dei sindacati italiani, durata un decennio, è costata cara ai lavoratori e all’intera economia. Lo attestano sia i dati sia molte diagnosi sugli effetti della crisi nel nostro Paese. Fra il 1990 e il 2009 la quota salari sul Pil si è ridotta di quasi il 7 per cento in Italia, ma solo del 5 in Germania, del 4 nel Regno Unito, e meno del 3 in Francia. I sette punti in meno per il lavoro, che in moneta corrente valgono oltre 110 miliardi, sono andati ai profitti e alle rendite. Ma non si sono affatto trasformati in investimenti produttivi.» – Luciano Gallino