4.30.2018

L’Eni investe sette miliardi in Italia

Da Avanti! online 
 

L'amministratore delegato dell'Eni, Claudio Descalzi, presentando alla comunità finanziaria il piano strategico 2018-2021 ha rivendicato che "l'Italia è il primo paese a livello di investimenti per il gruppo: 7 miliardi di euro nei prossimi quattro anni, di cui 1 miliardo destinato alle attività green, incluse le spese per la ricerca e lo sviluppo al servizio del processo di decarbonizzazione".
 
di Salvatore Rondello
 
"Lavoriamo in decine di paesi nel mondo e in ogni paese integriamo le nostre competenze e la nostra passione con quelle delle popolazioni che ci ospitano, con risultati straordinari ma le nostre radici sono in Italia ed è proprio qui che vediamo il potenziale per investire di più", ha detto Descalzi.  Sul tema della sicurezza delle attività e della loro compatibilità ambientale ha aggiunto: "Nel 2017 abbiamo confermato il primato nell'ambito della sicurezza nel lavoro, con un numero di eventi registrati per milioni di ore lavorate (Total Recordable Injury Rate) pari a 0,33, in miglioramento del 7% rispetto al 2016. A livello ambientale, abbiamo ridotto l'intensità delle emissioni dalle nostre attività upstream del 3% rispetto al 2016 e del 15% rispetto al 2014, compiendo significativi progressi verso l'obiettivo di riduzione del 43% nel 2025 rispetto al 2014".
    L'Amministratore delegato di Eni si è poi soffermato sul Progetto Italia, iniziativa di riqualificazione industriale che implica la realizzazione di impianti per la produzione di energia rinnovabile nell'ambito di terreni Eni bonificati. L'energia rinnovabile prodotta sarà destinata prevalentemente a soddisfare gli autoconsumi degli asset industriali di Eni, consentendo alla compagnia di ridurne i consumi energetici. Finora Eni ha identificato in questo ambito 25 progetti per una potenza complessiva pari a 220 megawatt, pari a 0,4 terawatt/ore all'anno di energia elettrica, e che entreranno in esercizio nel 2021.
    Sempre in ambito green, Descalzi ha ricordato l'impegno della compagnia per la realizzazione di prodotti bio nell'ambito del downstream: Eni è stata la prima compagnia a convertire una raffineria tradizionale in bioraffineria, a Venezia, e completerà entro fine anno la conversione della raffineria di Gela; i due impianti, insieme, produrranno 1 milione di tonnellate all'anno di green diesel entro il 2021, facendo di Eni uno dei principali produttori d'Europa. La società, infine, ha lanciato una serie di progetti legati alla chimica verde come prodotti intermedi da olio vegetale e piantagioni sperimentali di Guayule per produrre gomma naturale.
    Nel campo delle rinnovabili,  ENI  concentrerà la propria ricerca prevalentemente sul solare, sullo stoccaggio dell'energia, su biocarburanti avanzati, sulle biomasse e sull'energia eolica.
    Per contribuire alla mobilità sostenibile, oltre alla tecnologia Ecofining per la produzione del green diesel, la società sta lavorando allo sviluppo di processi per la conversione del gas naturale in metanolo, progetto legato al memorandum firmato alla fine del 2017 con  FCA e volto allo sviluppo di una serie di progetti di ricerca e applicazioni tecnologiche per la riduzione delle emissioni di CO2 nei trasporti su strada: tra gli ambiti della collaborazione vi è proprio l'utilizzo del metanolo tra le nuove tecnologie per l'utilizzo del gas nei trasporti, che consente di ridurre significativamente le emissioni. A questo scopo,  ENI ha già sviluppato una nuova benzina composta per il 20% da carburanti alternativi (15% di metanolo e 5% bioetanolo).
    Descalzi ha anche affermato: "Nell'arco del nuovo Piano spenderemo oltre 750 milioni di euro in ricerca e sviluppo. Grazie alla ricerca abbiamo consolidato e arricchito il nostro know how, formando nuove e importanti competenze interne. Lavoriamo con più di 50 istituiti tra Università e centri di ricerca, per un totale di oltre 220 progetti, di cui oltre la metà in Italia, promuovendo un profondo scambio di conoscenze tra  ENI  e il Paese. Dal 2009 al 2017, abbiamo speso in ricerca e sviluppo 1,7 miliardi di euro, costruendo un portafoglio di tecnologie nei più svariati ambiti, dall'upstream al downstream, dalle rinnovabili alla salvaguardia ambientale fino alla sicurezza, per un totale di oltre 6 mila brevetti".
    La multinazionale italiana guarda al futuro, all'ambiente ed allo sviluppo del Paese di origine. Se tutte le multinazionali con origini italiane potessero seguire l'esempio di Eni, in Italia ci sarebbero sicuramente meno problemi da affrontare.