2.04.2013

La bozza di Monti: una nuova "riforma" del lavoro

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it


La prima stesura dei "materiali per il programma di politica del lavoro e welfare" elaborata da Mario Monti e dal suo staff: riduzione delle vacanze della scuola, rimodulazione del contratto a tempo indeterminato e piano straordinario per i giovani. . .

Una nuova riforma del mercato del lavoro, con meno vacanze per gli studenti e un piano straordinario per i giovani, senza toccare l’articolo 18. Si tratta soltanto di una bozza, ma è l'idea su cui Mario Monti e la sua squadra economica starebbero già lavorando. Lo si deduce leggendo lo schema di 'materiali per il programma di politica del lavoro e welfare' elaborata da Mario Monti, Pietro Ichino, Alberto Bombassei, Mario Mauro e Giuliano Cazzola.

    Appena circolata la notizia, e al primo accenno di polemiche, è arrivata la smentita del candidato Mario Sechi: "Non è prevista nessuna limitazione a un mese delle vacanze estive delle scuole". In ogni caso, la stampa nazionale si è presa la briga di darne notizia.

    In primo piano ci sarebbe la riforma del calendario scolastico che limiti ad un mese le vacanze estive, "sulla base della partecipazione volontaria delle famiglie". La misura "non vuole aggravare il lavoro degli insegnanti" ma favorire i genitori lavoratori.

    Poi, l'ipotesi di una nuova riforma del lavoro che non guardi ad una revisione della disciplina dei licenziamenti individuali, ma che punti a sperimentare soluzioni più flessibili, partendo da quanto è consentito dall'articolo 8, quello sulle deroghe contrattuali, che ha effetti anche sul recesso dal rapporto di lavoro.

    Una sorta di 'rimodulazione' del contratto a tempo indeterminato, "tramite la contrattazione collettiva, più flessibile e meno costosa, che porti tendenzialmente al superamento, nel caso del lavoro economicamente subordinato, dell'attuale dualismo del mercato del lavoro, dando nel medesimo tempo risposte adeguate alle esigenze di flessibilità delle imprese e dei processi produttivi. C'è anche un passaggio che sembra indirizzato direttamente alla Fiom. Nella bozza infatti si legge che "al sindacato minoritario, al di sopra della soglia minima prevista, deve essere garantita la rappresentanza in azienda anche se non firma l'accordo".

    Una norma-chiave indica una serie di materie derogabili, attraverso la contrattazione collettiva decentrata (che andrebbe organizzata sulla base di linee guida tracciate a livello nazionale) e finalizzata ad obiettivi di crescita e di sviluppo (“la maggiore occupazione, la qualità dei contratti di lavoro, l’adozione di forme di partecipazione dei lavoratori, l’emersione del lavoro irregolare, gli incrementi di competitività e di salario, la gestione delle crisi aziendali e occupazionali, gli investimenti e l’avvio di nuove attività”).

     “Le intese possono prevedere deroghe alle norme di fonte pubblica o contrattuale, fermo restando il rispetto della Costituzione e dei vincoli derivanti dalle normative comunitarie e dalle convenzioni internazionali sul lavoro. E’ bene ricordare che la contrattazione in deroga è diffusa nei principali Paesi europei ed ha consentito, nel caso della Germania, di rafforzare le relazioni industriali e di farne un elemento determinante della ripresa economica”.

    Tra le idee anche quello di uno sviluppo del welfare aziendale e voucher per assistenti badanti qualificate alla cura degli anziani e non autosufficienti. Proposte per favorire l’occupazione femminile anche superando “l’idea che le politiche di conciliazione riguardino solo le donne, che solo loro abbiano il problema di conciliare il lavoro professionale e il lavoro di cura. “Una siffatta convinzione – si nota – finisce per tutelare gli uomini a spese della finanza pubblica”.

    Stretta, poi, sui dirigenti della Pubblica Amministrazione. ”Far sentire il più possibile ai politici e ai dirigenti delle strutture pubbliche il fiato dell’opinione pubblica sul collo e vigilare contro l’ingerenza indebita dei politici nella gestione, offrendo una sponda solida ai dirigenti più corretti e professionalmente dotati”. C’è anche questo tema nella bozza che guarda al miglioramento della pa e alla sua misurazione: “A quelli che, pur in presenza di adeguati poteri, mancheranno l’obiettivo in misura grave dovrà essere revocato l’incarico dirigenziale”.

    Inoltre, si legge, serve un piano straordinario per dare l'opportunità di lavoro ad ogni giovane che esce da un ciclo scolastico. A chi non ha offerte di lavoro, deve essere data un'opportunità “dal servizio pubblico, in collaborazione stretta con organizzazioni private imprenditoriali e no, entro il termine massimo di 4 mesi”.