3.18.2014

Verso una nuova Europa Il Manifesto del PSE per le elezioni di maggio.

Crediamo fermamente che l’Unione europea debba cambiare. A maggio, con le elezioni per il Parlamento europeo, il tuo voto ci fornirà l'opportunità di realizzare l'UE che tutti i cittadini meritano. Un' Europa che progredisce, un' Europa che protegge, un' Europa che raggiunge risultati eccellenti. I partiti della nostra famiglia politica, presenti nei 28 paesi membri, si impegneranno a fondo per riuscire a garantire un futuro più sicuro per i cittadini. La destra ha creato un'Europa caratterizzata da un clima di inquietudine e austerità. Nel corso degli ultimi 5 anni, connotati dalla presenza di una maggioranza conservatrice al potere nell'UE, ci siamo battuti per un' Europa forte, socialmente equa e democratica. Ora è giunto il momento di passare alla guida dell'Europa e, per farlo, abbiamo bisogno del tuo sostegno, del tuo aiuto e del tuo voto.

Il nostro programma per il prossimo quinquennio dell'Unione europea prevede il ritorno alla creazione di posti di lavoro, a un'economia produttiva e a un senso di comunità e di rispetto per le persone. Desideriamo concentrare il nostro impegno su di voi, in quanto cittadini ed elettori, e ridare speranza ai nostri giovani.

Per la prima volta, a maggio, potrai esprimerti su chi governerà l' Europa. Avrai la possibilità di votare per il prossimo Presidente della Commissione europea. Per cambiare l'attuale maggioranza di destra nell'Unione, gli unici voti che faranno la differenza saranno quelli espressi a favore dei Socialisti europei, dei Socialdemocratici, dei Laburisti, dei Democratici e Progressisti.

I. Un'Unione che progredisce

1. È ora di mettere l'occupazione al primo posto

Questa è la nostra principale priorità. I cittadini europei, uomini e donne, devono avere un lavoro dignitoso che consenta loro di avere una buona qualità di vita. Tuttavia, le cifre lasciate in eredità dalle politiche economiche attuate negli ultimi cinque anni parlano da sole: circa 27 milioni di europei non riescono a trovare un lavoro, di cui circa un quarto è composto da giovani. Ad oggi 120 milioni di cittadini in Europa vivono al limite della soglia di povertà o al di sotto di essa. La creazione di posti di lavoro per i giovani è una sfida che distinguerà il nostro operato, per questa generazione e per quella successiva, e rimarrà una priorità fondamentale del nostro impegno a lungo termine a favore della piena occupazione.

L'attuazione del nostro programma di "Garanzia per i giovani" è di importanza cruciale per la nostra strategia a favore dell'occupazione. Per avere risultati in questo ambito, aumenteremo considerevolmente gli stanziamenti di bilancio ed estenderemo il programma a tutti coloro che hanno meno di 30 anni. Per creare posti di lavoro introdurremo un' ambiziosa politica industriale e sosterremo la nostra economia sociale, così come le piccole e medie imprese. Inoltre, promuoveremo le tecnologie verdi innovative e miglioreremo il rendimento delle nostre economie. Intendiamo porre fine al dumping sociale, interrompendo lo sfruttamento dei lavoratori europei e il diffondersi di contratti precari che danneggiano molti di essi. Vogliamo promuovere la giustizia sociale. Continueremo a insistere sull'attuazione di norme rigorose volte a garantire la parità salariale per coloro che svolgono lo stesso lavoro, nonché la tutela dei diritti dei lavoratori e la qualità del lavoro. Ci adopereremo per rafforzare i diritti delle organizzazioni sindacali, il dialogo sociale e le leggi antidiscriminatorie. Miglioreremo la tutela dei lavoratori che vengono trasferiti in un altro paese, revisionando il testo della direttiva sul distacco dei lavoratori e promuoveremo una cooperazione migliore a livello europeo in materia di ispezioni del lavoro. Introdurremo un salario minimo dignitoso in tutta Europa, stabilito per legge oppure attraverso una contrattazione collettiva. I posti di lavoro che creeremo dovranno consentire a tutti i cittadini di partecipare dello sviluppo economico a un livello paritario. Tutti gli accordi commerciali, compreso quello attualmente in fase di negoziazione con gli Stati Uniti, devono prevedere la tutela dei diritti umani e sociali degli individui, posti di lavoro dignitosi, standard ambientali, la cultura, nonché la responsabilità sociale delle imprese e il commercio equo e solidale.

2. E’ ora di far ripartire l'economia

Le politiche esclusivamente mirate all'austerità hanno danneggiato le nostre economie, punendo chi ha avuto meno responsabilità nella crisi. Per creare posti di lavoro e far ripartire l'economia, attribuiremo un'importanza prioritaria all'innovazione, alla ricerca, alla formazione e alla politica di reindustrializzazione intelligente, per far sì che le eccezionali scoperte fatte nei laboratori e nelle università europee possano trasformarsi in un maggior numero di posti di lavoro in Europa. La soluzione che proponiamo prevede maggior margine di manovra per gli investimenti effettuati attraverso i bilanci nazionali, in grado di far espandere la nostra economia piuttosto che farla arretrare. Se, da un lato, la crisi ha dimostrato che la moneta unica è in grado di agire efficacemente da ammortizzatore, dall'altro, gli ultimi 5 anni hanno reso evidente che la realizzazione dell'Unione economica e monetaria è ancora incompleta. È inoltre emersa l'importanza di condividere reciprocamente le responsabilità e i diritti all'interno della zona euro. Ci impegniamo a ridurre i disavanzi in modo sostenibile ed equo, gestendo il debito pubblico europeo attraverso nuovi strumenti. Intendiamo attuare un reale coordinamento delle politiche economiche e fiscali della zona euro, tenendo in considerazione le conseguenze sociali di tali decisioni per la comunità. Il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali devono mantenere la propria sovranità ed essere coinvolti appieno nell'esercizio del controllo democratico di queste politiche. L'operato della Troika in questo ambito si è rivelato fallimentare. Al termine delle missioni della Troika, sarà necessario creare un altro regime compatibile con i trattati UE che sia democratico, socialmente responsabile e affidabile. Vigileremo con rigore sull’utilizzo del denaro pubblico, riducendo gli sprechi e incanalando le risorse in modo tale da ricavare il miglior valore possibile per i cittadini europei. La lotta contro le frodi e l'evasione fiscale (il cui volume ammonta a circa 1 trilione di EUR all'anno) e la concorrenza fiscale rappresentano priorità cruciali per ottenere un sistema fiscale equo. Intendiamo dimezzare l'evasione fiscale entro il 2020 e inasprire i controlli sui paradisi fiscali. Promuoveremo, inoltre, norme fiscali in grado di garantire trasparenza e di lottare contro l'evasione fiscale.

3. Porre il settore finanziario a servizio dei cittadini e dell'economia reale

I cittadini europei hanno dovuto pagare per gli errori e l'irresponsabilità di un settore finanziario non regolamentato. Il salvataggio delle banche è costato 1,6 trilioni di EUR, prelevati dalle tasche dei contribuenti. In 5 anni, il settore finanziario ha dichiarato di aver appreso dai propri errori. Ci assicureremo che le banche non azzardino più con la vita dei cittadini. Dobbiamo invece agire attivamente per porre in essere un quadro di riferimento che consenta al settore finanziario di lavorare per l'economia reale e di mettersi al servizio della società. La normativa obbligherà le banche a servire le comunità invece di impoverirle. Gli investitori dovrebbero essere considerati responsabili per le perdite e non soltanto per i guadagni delle banche. Regolamenteremo ulteriormente il settore bancario, freneremo la speculazione finanziaria e disporremo adeguate barriere tra le banche commerciali e le banche d'investimento. Fisseremo un tetto per i bonus ai banchieri, oltre ad accelerare l'introduzione dell'imposta sulle transazioni finanziarie, che abbiamo sostenuto per anni, in quanto riteniamo rappresenti un contributo equo da parte del settore finanziario a favore della società. Inoltre, insisteremo sull'istituzione di una agenzia di rating del credito pubblica e indipendente. Continueremo a impegnarci a favore della realizzazione di una solida Unione bancaria concepita per tutelare i cittadini europei e garantire un accesso paritario al credito in Europa.

4. Verso un'Europa sociale

La destra ha fatto ricorso a politiche neoliberiste per tagliare gli aiuti che dovevano servire ai cittadini per riprendersi in seguito a un periodo difficile. Ci batteremo per un'Europa che non lasci indietro nessuno. Un reddito dignitoso, un'istruzione di qualità e accessibile, la qualità degli alloggi (compresi quelli popolari) e dell'assistenza sanitaria, all'infanzia e agli anziani, nonché l'adeguatezza delle pensioni: tutti questi aspetti rappresentano componenti fondamentali delle nostre società. Per raggiungere questi obiettivi, l'UE è chiamata a sostenere gli Stati membri negli sforzi volti a garantire una ridistribuzione equa ed efficace della ricchezza e delle opportunità. È fondamentale fissare obiettivi inderogabili in materia di occupazione, istruzione e coesione sociale. Gli obiettivi di politica sociale devono essere rispettati in tutte le politiche comunitarie. È nostro compito garantire che l'UE sia una reale Unione sociale, oltre che un’Unione economica: le libertà economiche non possono essere tenute in maggior conto rispetto ai diritti sociali. Daremo ai cittadini europei l'opportunità di sviluppare appieno il proprio potenziale investendo nell'istruzione, nelle competenze, nell'assistenza all'infanzia, nell'educazione permanente, nella cultura, nella mobilità degli studenti, nella ricerca e nella conoscenza.

II. Un'Unione che protegge

5. Un'Unione di uguaglianza e di diritti delle donne

Il principio di uguaglianza deve essere al centro del concetto stesso di cittadinanza europea. Vivere in una società più equa è un vantaggio per tutti. Garantire, promuovere e migliorare i diritti delle donne e la parità di genere sono tra le nostre maggiori priorità. Dobbiamo assumere un impegno inderogabile per porre fine alle disparità di salari e pensionionistiche dovute al genere. La violenza contro le donne deve cessare. La conciliazione tra vita professionale e vita lavorativa deve significare promuovere un bilanciamento tra le due dimensioni e non un sacrificio dell’una a favore dell’altra. Inoltre, è necessario tutelare, in modo insistente e con vigore, la libertà di scelta delle donne e il loro accesso ai diritti in materia di sessualità e di procreazione, contrapponendosi alla posizione dei conservatori. Lotteremo implacabilmente contro qualsiasi forma di razzismo, sessismo, omofobia, transfobia e intolleranza. Sosteniamo i valori di uguaglianza e non discriminazione e crediamo fermamente che le donne e gli uomini debbano poter condividere ugualmente il lavoro, il potere, il tempo e i ruoli nella sfera pubblica e in quella privata. Tuteleremo i diritti e il benessere dei bambini, garantiremo che a nessuno venga negato un posto di lavoro, una posizione, un futuro o qualsiasi altro diritto fondamentale a causa del colore della propria pelle, dell'orientamento sessuale, dell' identità, della religione, dell'età, del genere, della disabilità, delle convinzioni politiche o di qualsiasi altra forma di discriminazione.

6. Un'Unione della diversità

In opposizione all'escalation di estremismi, ci batteremo per un'Europa che rispetti i diritti e gli obblighi di ciascuno, che non sia fondata sul pregiudizio, sull'odio e sulla divisione. Ciascun cittadino deve poter avere l'opportunità reale di partecipare e contribuire alla società in cui vive. La libertà di circolazione è un diritto, nonché un principio fondamentale dell'UE. È necessario rispettare i diritti dei cittadini e delle loro famiglie riconosciute legalmente, lottando al contempo contro le frodi e gli abusi. Gli Stati membri devono mostrare una reale solidarietà in materia di politiche di migrazione e di asilo, per evitare che si verifichino altre tragedie umane, e mettendo a disposizione risorse sufficienti. Per salvare vite, l'Europa e i suoi Stati membri sono chiamati ad agire in maniera solidale, dotandosi dei meccanismi adeguati per condividere le responsabilità. Vogliamo politiche di integrazione e di partecipazione efficaci e meccanismi di assistenza ai paesi da cui partono i migranti. La lotta alla tratta di esseri umani deve essere intensificata.

7.Una vita sicura e sana per tutti

I cittadini europei meritano di avere una vita sana e sicura. Intendiamo introdurre normative che conferiscano più potere ai consumatori. Tuteleremo il diritto dei cittadini europei a disporre di alimenti sani, prodotti sicuri e di vivere in un ambiente sicuro. Riconosciamo il ruolo strategico dell'agricoltura e della pesca per le nostre società e intendiamo promuovere uno sviluppo dell’agricoltura sostenibile e florido. L'UE deve adattarsi alle nuove sfide, soprattutto nell'ambito dell'agenda digitale, garantendo un accesso diffuso a Internet. Abbiamo bisogno di una normativa comunitaria efficace in materia di protezione dei dati personali dei cittadini e di accesso all'informazione. È fondamentale trovare il giusto equilibrio tra privacy, libertà e sicurezza. L'UE dovrebbe garantire il diritto dei cittadini alla sicurezza promuovendo la cooperazione nella lotta al crimine organizzato e transfrontaliero.

III. Un'Unione che raggiunge risultati eccellenti

8. Maggiore democrazia e partecipazione

Per la prima volta nella storia dell'UE, gli elettori potranno esprimersi e designare il Presidente della Commissione europea. Siamo orgogliosi di poter guidare questo passaggio concreto verso un'Europa più democratica e di aver aperto una strada che anche altri partiti politici hanno intenzione di seguire. L'UE è un'unione politica che garantisce l'uguaglianza dei propri cittadini e la parità dei propri Stati membri. I cittadini europei, la società civile e gli attori sociali devono godere di una partecipazione completamente democratica e devono poter esercitare un controllo sulle decisioni dell'Unione europea. In quanto istituzione europea che rappresenta i cittadini, promuoveremo un ruolo di spicco per il Parlamento europeo con poteri legislativi, di bilancio e di controllo democratico. Le decisioni devono essere prese al livello più adeguato, regionale, nazionale o comunitario, nell'interesse dei cittadini europei. Tutte le politiche devono essere efficienti, rispettare i valori democratici, combattere la corruzione ed essere al servizio dei cittadini in maniera chiara e trasparente. Attueremo strumenti di risposta comunitari efficaci per le violazioni dei diritti fondamentali, della democrazia e dello stato di diritto.

9. Un'Europa verde

L'UE deve riacquisire il ruolo di leader mondiale nella protezione della natura e delle risorse naturali, nonché nella lotta all'inquinamento e ai cambiamenti climatici. Perché ciò accada, è necessario cooperare con i nostri partner a livello globale e fungere da modello. Sosterremo le tecnologie pulite e i processi di produzione ecocompatibili. Con l'avvicinarsi della scadenza fissata al 2020, sosterremo la definizione di obiettivi ulteriormente vincolanti per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, per aumentare il consumo di fonti di energia rinnovabili e migliorare l'efficienza energetica. Promuoveremo il ricorso a Project Bonds per finanziare gli investimenti validi a favore dell'economia verde, dell'energia rinnovabile e della tecnologia. I modelli di produzione, consumo e mobilità devono essere modificati e il processo di riciclaggio dei rifiuti deve essere migliorato. In questo modo saremo in grado di ridurre la pressione sulle scarse risorse naturali a disposizione, aiutando i cittadini a diminuire le proprie spese in materia di consumi energetici e la loro impronta ecologica. Combatteremo la precarietà energetica e garantiremo un accesso minimo all'energia per tutti.

10. Promuovere il ruolo dell'Europa nel mondo

L'Unione europea è chiamata a svolgere il ruolo di alfiere dei principi fondamentali di democrazia, pace e rispetto per i diritti umani, compresi i diritti delle donne e dei bambini. In un mondo sempre più globalizzato e in continuo cambiamento, caratterizzato da conflitti e crescenti disuguaglianze, l'Europa deve agire da attore globale. Per rispondere alle sfide comuni è necessario costruire alleanze solide. Vogliamo che l'Europa svolga un ruolo di primo piano e sia dotata degli strumenti adatti a promuovere la pace, la democrazia e la prosperità condivisa in tutto il mondo. L'Europa deve unire le proprie risorse in termini di difesa, sviluppo, commercio e diplomazia per massimizzare gli effetti positivi della sua politica estera. L'UE è chiamata a promuovere con efficacia la pace al di fuori dei propri confini e la cooperazione in materia di difesa. Dobbiamo sostenere coloro che si battono per la democrazia, la giustizia sociale, la non discriminazione e la libertà da ogni forma di occupazione in ogni angolo del mondo. Sosterremo il Partenariato orientale come strumento fondamentale per avvicinare i paesi all'Unione e promuoveremo dei rapporti forti con la regione mediterranea. Siamo chiamati a sostenere l'allargamento dell'Unione. È necessario che i diritti fondamentali e i valori europei continuino ad essere inequivocabilmente rispettati in qualsiasi adesione futura. Dobbiamo lottare contro gli squilibri mondiali e la povertà promuovendo una coerenza delle politiche per lo sviluppo e il raggiungimento degli Obiettivi del Millennio e di quelli previsti dall'agenda delle Nazioni Unite per il post-2015.

Con questi 10 progetti, noi Socialisti, Socialdemocratici, Laburisti, Democratici e Progressisti cambieremo l'Europa nei prossimi 5 anni.

Contiamo sul tuo voto e ci impegniamo ad agire instancabilmente per tuo conto. Insieme cambieremo l’Europa.

 

Fiat: Fiom, la Cassazione ha messo fine a discriminazione Pomigliano

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it

"La Corte di Cassazione ha oggi messo il suggello finale alla complessa vicenda processuale originata dal tentativo della Fiat di estromettere la Fiom dallo stabilimento di Pomigliano, anche attraverso l'odiosa discriminazione a danno dei suoi iscritti". Lo afferma oggi (11 marzo) Maurizio Landini, segretario generale della Fiom Cgil.

"Infatti, la Cassazione, con la sentenza numero 5581 depositata oggi, accogliendo l'eccezione sollevata dalla Fiom, ha dichiarato l'inammissibilità per sopravvenuta carenza di interesse del ricorso proposto da Fabbrica Italia Pomigliano contro la nota ordinanza 'antidiscriminatoria' emessa dalla Corte d'Appello di Roma. A seguito di tale pronuncia, diviene così definitiva l'ordinanza della Corte d'Appello che ha accertato la discriminazione nelle assunzioni presso lo stabilimento di Pomigliano verso gli iscritti della Fiom, ha ordinato di cessare tale comportamento, di rimuoverne gli effetti e di procedere con l'assunzione di 145 iscritti al sindacato dei metalmeccanici Cgil".

"Ora la Fiat - conclude - proceda rimettendo nel ciclo produttivo i 145 lavoratori ancora tenuti in cassa integrazione".

 

3.06.2014

«Per giudicare Renzi aspettiamo il programma»

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it

Barbi (Cgil): "Il Jobs act del governo è solo una serie di titoli, non sono nemmeno quelli principali. Sembra che il problema sia solo del sistema italiano, mentre non c’è traccia di Europa e del resto del mondo".

intervista raccolta da Guido Iocca

“A oggi è molto difficile, quasi impossibile, dare un giudizio sul governo presieduto da Matteo Renzi. Saremo in grado di farlo solo quando si passerà dall’enunciazione dei titoli al programma vero e proprio”. Danilo Barbi, segretario confederale della Cgil, non si vuole sbilanciare rispetto al discorso pronunciato in Senato da Matteo Renzi lo scorso 24 febbraio. “La Cgil – prosegue il responsabile delle politiche economiche di corso d’Italia – è da tempo che invoca la necessità di un governo di cambiamento. Ci auguriamo che questa esigenza, imprescindibile per affrontare una stagione difficile comel’attuale, trovi un riscontro concreto nelle scelte politiche dei nuovi inquilini di Palazzo Chigi. Al momento, sappiamo di sicuro che la maggioranza è uguale a quella del governo Letta, mentre ancora poco si è capito sulle reali novità programmatiche e, soprattutto, su dove reperire le risorse che servono”.

Al di là del suo discorso programmatico, ancora troppo generico per essere valutato, con il Jobs Act, presentato alla direzione del Pd lo scorso 16 gennaio, Renzi era già entrato nel merito del suo piano per il lavoro. Che giudizio ne dai?

Barbi Una serie di titoli, che poi non sono nemmeno quelli principali. Perché la priorità non può essere rappresentata dalle regole del lavoro, che pure sono importanti, ma piuttosto dalla creazione – concreta e fattiva – del lavoro.

Cos’altro non convince la Cgil di quel documento?

Barbi L’analisi della crisi e le risposte necessarie al suo superamento. A leggere il Jobs Act renziano sembra che il problema sia solo del sistema italiano, mentre non c’è traccia del livello europeo e del livello globale della crisi. La nostra convinzione è invece che ci troviamo a dover affrontare tre crisi sovrapposte e intrecciate. Una crisi del modello di sviluppo dei paesi avanzati, dovuta soprattutto alla globalizzazione finanziaria e alla degenerazione nel capitalismo finanziario di un sistema di produzione e di consumo del sistema internazionale. Accanto a questa, c’è una crisi del Vecchio continente, con la grande architettura europea, incompiuta e contraddittoria, che invece di aiutare a risolvere i problemi, li ha addirittura moltiplicati.

Il terzo livello della crisi è naturalmente quello italiano…

Barbi La crisi italiana è una crisi di lungo periodo che riguarda innanzitutto il modello di specializzazione produttiva, che è troppo polarizzato. Mi riferisco al fatto che noi abbiamo alcune imprese assolutamente avanzate, che hanno una produttività dei fattori e del lavoro assolutamente paragonabile alle imprese migliori tedesche e francesi. È la gamma delle imprese medie, quelle che reggono la sfida della qualità delle esportazioni e del valore aggiunto, a differenza delle piccole e delle grandi. Queste ultime non esportano e non sono in grado di fare prodotti competitivi perché non investono abbastanza, non certo perché i lavoratori non sono bravi, mentre la pletora di piccole imprese non organizzate, non consorziate, non è in grado di stare al livello dei nuovi mercati sovranazionali. C’è dunque un problema di modello. Cos’è che noi produciamo? Di tutti i prodotti innovativi, dalla telefonia alla microelettronica, noi non realizziamo niente.

Sul versante della specializzazione produttiva c’è una responsabilità anche della politica…

Barbi Direi soprattutto della politica. Da noi è mancata per 30 anni una politica industriale degna di questo nome. Negli altri paesi scelte finalizzate all’innovazione le hanno sempre fatte: le politiche degli Stati, non solamente delle singole imprese. E non si tratta di certo dell’unico ambito nazionale in cui l’assenza della politica ha prodotto danni…

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LEGALITÀ - L’on. Laura Garavini al 120° della FSIS

Celebrato a Zurigo il 120° della Federazione Socialista Italiana. Laura Garavini (Pd) "Oggi si avverte sempre più il bisogno di buona politica, Necessario il contrasto internazionale alle mafie"

ZURIGO – "Le mafie si possono sconfiggere, ma solo se c´è la volontà politica di farlo: una politica consapevole delle nuove modalità mafiose e del pericolo da esse rappresentato. Soprattutto una politica che non si fermi all'antimafia di facciata, ma miri a fatti concreti e in tempi celeri, introducendo una serie di reati in Italia, armonizzando le leggi a livello europeo e potenziando gli organi inquirenti anche a livello internazionale." Lo ha dichiarato Laura Garavini, componente dell'Ufficio di presidenza del gruppo Pd alla Camera, intervenendo a Zurigo alla celebrazione della FSIS, Federazione socialista italiana in Svizzera, che si è tenuta il 23 febbraio scorso al Cooperativo, storico locale dell'emigrazione italiana.

"Oggi – prosegue la deputata eletta nella ripartizione Europa – si avverte inoltre sempre più il bisogno di buona politica – in Italia, in Svizzera, in Europa. Una politica pulita, non distorta dalle ambizioni di profitto personale, rivolta all'interesse del Paese. Una politica capace di scelte coraggiose, anche se scomode. Una politica sobria, impermeabile alla corruzione. Una buona politica – ha concluso la Garavini – che rimetta al centro dei propri obiettivi gli interessi dei cittadini così da promuovere politiche giuste, ugualitarie, sociali, all'insegna della legalità". (Inform)