11.29.2012

La piovra del sistema bancario ombra

 

di Mario Lettieri, già Sottosegretario all'economia (governo Prodi)

e Paolo Raimondi, Economista


Il Financial Stability Board (Fsb), l’istituto internazionale di coordinamento dei governi, delle banche centrali e degli organi di controllo per la stabilità finanziaria a livello globale, ha appena pubblicato un importante studio sul sistema bancario ombra, lo “shadow banking” mondiale. I risultati ci sembrano decisamente sconvolgenti.

    Lo studio fatto sull’eurozona e su altri 25 paesi evidenzia che a fine 2011 ben 67.000 miliardi di dollari erano gestiti da una “finanza parallela”, al di fuori, quindi, dei controlli e delle regole bancarie vigenti.

    La cifra complessiva è pari al 111% del Pil mondiale. E’ la metà delle attività bancarie globali ed è  circa un quarto dell’intero sistema finanziario.

    In dieci anni è cresciuta di ben 41mila miliardi di dollari. Oggi supera il picco di 62mila miliardi raggiunto nel 2007 prima della crisi.

    E’ più che mai allarmante il fatto che sia aumentata di oltre 7mila miliardi solo nel 2011! In barba a tutti i summit internazionali dedicati alla riforma della finanza speculativa! Ciò ovviamente conferma il sostanziale fallimento dei vari G8 e G20.

    Il sistema bancario ombra è composto da tutte le transazioni finanziarie fatte fuori dalle regolari operazioni bancarie che, come noto, operano attraverso i conto correnti e con i risparmi dei cittadini e delle imprese.  Esse sono operazioni fatte da differenti intermediari finanziari, come certi hedge fund, fondi monetari e obbligazionari, certi fondi equity, broker dealer e soprattutto operatori collocatori di derivati finanziari. Sono tutte attività rigorosamente “over the counter” (otc), cioè stipulate fuori dai mercati borsistici e spesso tenute anche fuori dai bilanci.

    Ma al di la degli aspetti tecnici e dei differenti settori economici di applicazione, si tratta di strumenti finanziari che creano forme di credito a lungo termine sulla base però di fondi a breve e brevissimo termine, che operano con una leva finanziaria pazzesca, spesso di parecchie centinaia di volte superiore al sottostante iniziale.

    Lo studio indica anche come il cosiddetto “maturity/liquidity transformation”, cioè il difficile rapporto tra le scadenze di lungo termine di certe operazioni finanziarie e la necessità di trovare la liquidità a breve in caso di necessità, sia sempre stato e sia la fonte principale dell’attuale crisi sistemica.

    Dei 67.000 miliardi, gli Usa ne gestiscono 23.000 mentre la zonaeuro 22.000. Ma è la Gran Bretagna che, non in termini assoluti ma in rapporto al suo effettivo e limitato potere economico, gioca la parte del leone con ben 9.000 miliardi. Si ricordi che il suo Pil è quasi un settimo di quello americano, ma manovra un volume più di un terzo delle operazioni ombra americane. Dopo la crisi lo “shadow banking” di Londra è cresciuto annualmente del 10%.

    Un caso particolare tutto da studiare è quello dei Paesi Bassi che hanno visto un tasso di crescita del 45%. In verità la storia ci ha fatto conoscere un sistema bancario e finanziario “anglo-dutch” che ha sempre determinato gli assetti geopolitici e coloniali. Quindi non è un caso se oggi mette i bastoni tra le ruote dell’Unione europea, dell’euro e dei lavori della grande riforma finanziaria contro la speculazione.

    Oltre alle sue gigantesche e documentate dimensioni, l’altro aspetto di grande preoccupazione del sistema bancario ombra è il suo rapporto con il sistema bancario ufficiale.

    Noi possiamo affermare che il “sistema ombra” spesso è un’emanazione delle grandi banche internazionali che hanno interesse ad aggirare le regole e i controlli cui sono sottoposte.

    Secondo noi lo “shadow banking” non è fatto da pirati completamente fuorilegge e contro ogni autorità preposta. I banchieri ombra sono forse più simili ai bucanieri “indipendenti”, come il noto Francis Drake che imperversava nei mari terrorizzando navi e mercantili, ma era al servizio della corona britannica.

    Davvero disarmante è poi la parte dello studio del Fsb dedicata alle misure di riforma da intraprendere. Si è ancora in alto mare. Si parla di raccolta dati, di catalogare i vari intermediatori finanziari e le varie operazioni secondo i settori di intervento, ecc.

    Questa situazione di incertezza evidentemente rivela la forte influenza della lobby dello “shadow banking” e delle grandi banche finanziarie. Non è tollerabile che a 4 anni dal fallimento della Lehman Brothers e dall’inizio della crisi sistemica non si sia fatto nulla per riformare la grande finanza.

    Naturalmente non è colpa del Fsb e dei suoi analisti. E’ tutta colpa dei governi e della loro subalternità ai veri poteri forti della finanza mondiale.

 

11.15.2012

Roma, Cgil con Cisl e Uil al presidio contro la violenza

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it


Sit-in davanti al Viminale dopo gli attacchi a Fim e Uilm nella capitale e le minacce rivolte a Bonanni a Firenze. La solidarietà della confederazione di corso d'Italia: "Atti vili e inaccettabili compiuti da delinquenti"


La Cgil sarà presente questo pomeriggio alle 18 a Roma, con Cisl e Uil, al presidio organizzato davanti al Viminale in segno di protesta contro gli episodi di violenza e intolleranza che si sono registrati in queste ore a Roma, dove sono state prese di mira le sedi della Fim Cisl e della Uilm, e a Firenze, dove ignoti hanno scritto accuse e messaggi minatori contro il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni.

    “Siamo in piazza oggi con Cisl e Uil – dice Vincenzo Scudiere, segretario confederale della Cgil, responsabile dell'organizzazione – per stigmatizzare la violenza in tutte le sue forme e difendere la libera attività sindacale, che è un tratto fondamentale della democrazia”. È stato lo stesso Vincenzo Scudiere a comunicare ai colleghi di Cisl e Uil la decisione di Corso d'Italia dopo l'immediata presa di posizione di questa mattina del segretario generale Susanna Camusso.

    In un altro comunicato la segreteria della Cgil condanna fermamente queste violenze. "Si tratta di atti vili e inaccettabili, compiuti da delinquenti comuni che non hanno alcun rapporto con il movimento dei lavoratori e la democrazia. Sono azioni che nulla hanno a che fare con l'attività del movimento sindacale, servono solo a screditare tutto il sindacato e a danneggiare gli stessi lavoratori".

    "È necessario - si legge ancora - che le forze dell'ordine e la magistratura operino con la necessaria determinazione per assicurare alla giustizia i colpevoli. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, impegnata a Catania in un attivo sindacale, ha espresso, nel corso di colloqui telefonici, la solidarietà di tutta confederazione ai segretari generali di Cisl e Uil, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti , e ai segretari generali di Fim e Uilm, Giuseppe Farina e Rocco Palombella. All'operatore sindacale aggredito vanno gli auguri della Cgil per un rapido recupero".

    Attestati di solidarietà arrivano anche dalla Fiom: “La segreteria nazionale condanna il gravissimo episodio di violenza compiuto nei confronti di Fim e Uilm di Roma. Ogni attacco alle sedi sindacali è un attacco alla democrazia e all'insieme delle lavoratrici e dei lavoratori. Esprimiamo la nostra più viva solidarietà alle organizzazioni e ai sindacalisti oggetto di una vile aggressione".

    Quanto avvenuto a Roma "è di una gravità che lascia esterrefatti". Così Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Mario Bertone, segretario generale della Cisl di Roma e Luigi Scardaone, segretario generale della Uil di Roma e Lazio. "Devastare una sede, arrivare addirittura a picchiare due lavoratori - continuano - non ha nulla a che fare con la libera espressione di un dissenso. È brutalità pura e semplice. È ignororanza profonda. Lo ribadiremo con forza anche oggi pomeriggio nel presidio che faremo davanti al Viminale"

    E la Camera del Lavoro Cgil Roma Est Valle dell’Aniene, in una nota firmata insieme alla Fiom di Roma Nord, è sulla stessa linea. "Riteniamo intollerabile l’aggressione antidemocratica e violenta nei confronti di sindacati dei lavoratori. Esprimiamo la volontà e la disponibilità a costruire iniziative comuni contro la violenza, gli attacchi alla democrazia e qualsiasi atteggiamento squadrista".

 

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo


QUOTE ROSA: UNA GRANDE DECISIONE PER FUTURO EUROPA


L'approvazione all'unanimità da parte della Commissione europea di una proposta di direttiva per introdurre le quote rosa nei Cda delle aziende pubbliche e private è davvero un fatto storico.


di Vittoria Franco

senatrice del Pd


Bene ha fatto la commissaria Viviane Reding a non demordere! L'alibi di chi sostiene che non ci sono abbastanza possibili consigliere qualificate per gli incarichi di comando non regge più: in ogni Paese ci sono elenchi di manager donne con tutte le carte in regola per assumere il comando, ma che vengono ancora discriminate.

    Eppure cambiare si può, come ha dimostrato di recente anche l'Italia che per una volta, con l'approvazione della specifica normativa in materia di quote rosa nei Cda, si è rivelata all'avanguardia.

    La grande decisione che ha assunto oggi la Commissione europea già fa discutere. Ma la ripresa dell'Europa dalla crisi passa per una maggiore presenza delle donne nei posti di potere, sia nel mondo politico che economico. I paesi europei non possono più rinunciare ai talenti femminili, ne va del futuro del continente.

 

11.01.2012

Fed, banche, Wall Street

Il trio vincente della finanza speculativa

 di Mario Lettieri, già Sottosegretario all'economia (governo Prodi)

e Paolo Raimondi, Economista

 Osservare attentamente i comportamenti economici e finanziari in atto negli Stati Uniti ci consente di comprendere la ratio di alcune decisioni e di prevedere alcuni andamenti dell’economia globale.

    Ciò non significa distogliere l’attenzione dalle serie questioni europee. Serve per non essere sopraffatti ne sorpresi da certi eventi internazionali.

    C’è anzitutto una domanda pressante. Come è possibile che i listini di borsa di Wall Street ( e anche della City) siano ritornati ai livelli dell’ottobre 2007 nonostante la crisi e la caduta delle produzioni e delle ricchezze negli ultimi 5 anni?

    Il Dow Jones Industrial Index allora era intorno ai 14.000 punti circa, oggi è di poco inferiore. Il Nasdaq, che raccoglie le corporation del settore industriale, era poco più di 2200 punti mentre oggi supera i 3.000 punti. Lo stesso vale per l’indice Standard & Poor’s 500 che si è riportato più o meno sui livelli ante crisi. Anche l’indice FTSE 100 di Londra, che nel 2007 aveva raggiunto il livello di circa 6.600 punti, oggi è risalito a 5.800 punti rispetto ai 3.600 dell’ottobre 2008.

    Nell’Europa continentale, invece, tutte le Borse, tranne quella tedesca, registrano delle perdite pesantissime.

    Il nostro indice Mib per esempio si è più che dimezzato. L’indice Dax tedesco è l’unico che ha riguadagnato quasi tutte le posizioni e potrebbe raggiungere la quota massima di 8.000 punti entro la fine dell’anno. Ciò è evidenziato dal fatto che l’industria tedesca è l’unica che ha saputo mantenere alti sia le produzioni industriali che l’export di prodotti ad alta tecnologia.

    La singolarità e la eccezionalità anglo-americana stanno nel “quantitative easing”, cioè nella decisione della Federal Reserve e della Bank of England di creare nuova massiccia liquidità da riversare nel proprio sistema bancario. Si ricordi che finora la Fed è intervenuta con oltre 4.000 miliardi di dollari.

    Con uno spregiudicato gioco di prestigio ha acquistato dalle banche titoli di stato e mortgage backed securities (mbs), derivati emessi su mutui subprime e altre ipoteche di basso valore, rimpiazzandoli con dollari “elettronici” inseriti nei bilanci delle banche come se fossero riserve extra, ma non destinabili a sostegno delle attività produttive dell’economia reale. Possono soltanto essere prestati ad altre banche bisognose di aumentare le loro riserve oppure per ottenere altri assets, altre attività patrimoniali (come obbligazioni, azioni, ecc.).

    Questa è la ragione per cui, nonostante la tanta liquidità, i canali del credito restano chiusi e anche negli Usa i settori produttivi lamentano un “credit crunch”. Così si spiega perché Wall Street sia cresciuta  Infine ciò spiega anche perché una tale massa di liquidità non abbia ancora creato un effetto iperinflattivo. Infatti, l’unico vero aumento di prezzo ha riguardato i listini della borsa americana creando una nuova bolla finanziaria “artificiale”.

    Oltre agli enormi giochi speculativi con i prodotti derivati, questa bolla è anche la base principale di molti profitti riportati dalle banche.

    Tale processo ha favorito e favorisce la crescente concentrazione di ricchezza in poche mani. Ad esempio, nel 2009  i 400 cittadini americani più ricchi detenevano una ricchezza pari a 1,27 trilioni di dollari, mentre adesso ne detengono 1,7 trilioni di dollari. Secondo l’Economic Policy Institute di Washington il salario medio di un alto dirigente delle 350 maggiori corporation americane è stato pari a 10, 36 milioni di dollari nel 2009, a 12,04 milioni nel 2010 e a 12,14 milioni nel 2011. Ciò nonostante il tanto predicare contro i bonus milionari!

    In quest’ottica va letta la decisione della Fed di acquistare dalla banche mbs e altri titoli tossici per 40 miliardi di dollari al mese e per un periodo indefinito, facendo così un grande favore al sistema bancario americano rendendolo di fatto più aggressivo sui mercati internazionali.

    Come da tempo sosteniamo l’operato della Fed non può che scaricare i propri effetti negativi sull’euro, sull’Europa e sul resto del mondo. Purtroppo in Europa si sottovaluta la portata di tali decisioni mentre, per fortuna, i paesi Brics cominciano a contestare. Da ultimo lo ha fatto il ministro delle Finanze brasiliano, Guido Mantega, che ha parlato di “guerra monetaria” e di “misure protezionistiche”. La stessa Banca Centrale della Cina denuncia il fatto che le continue iniezioni di liquidità non funzionano, a scapito dello sviluppo.