2.08.2010

Fiat, lo sciopero blocca tutte le fabbriche

Economia e lavoro 
 
Braccia incrociate per 4 ore contro la chiusura di Termini Imerese, ma anche per il futuro degli altri impianti. Adesioni tra il 50 e l'80%. Protesta a Mirafiori e Pomigliano. Scajola: c'è spazio per salvare Termini

In tutta Italia ieri (mercoledì 3 febbraio) si sono fermati per 4 ore gli stabilimenti del gruppo Fiat. E’ pienamente riuscito lo sciopero nazionale, proclamato unitariamente da Fim, Fiom, Uilm e Fismic contro la chiusura di Termini Imerese ma anche per il futuro degli altri impianti. Lo dimostrano i dati di adesione alla mobilitazione, mentre la Cgil esprime grande soddisfazione per l’iniziativa. Braccia incrociate dalle 10 alle 14 e dalle 18 alle 22 per i lavoratori delle fabbriche principali: produzione ferma da Termini a Mirafiori passando per Pomigliano.

    Secondo il Coordinamento nazionale auto della Fiom-Cgil, lo sciopero ha avuto adesioni che si collocano, nei vari stabilimenti, tra il 50% e l’80%, con punte anche superiori in alcune fabbriche.

    A Termini Imerese, l’impianto che chiuderà entro fine 2011 - nelle intenzioni del Lingotto -, gli addetti si sono fermati alle 10: davanti ai cancelli è partito un sit-in, alla presenza dei dirigenti sindacali e del leader della Fiom, Gianni Rinaldini. “Lo stabilimento non può chiudere – ha dichiarato proprio Rinaldini -, in Italia non esiste una sovracapacità, anzi il nostro paese, in Europa, è l'unico tra quelli industrializzati, ad importare auto perchè se ne producono poche rispetto alla richiesta di mercato. Fino a qualche mese fa - a suo avviso - Marchionne prevedeva investimenti e nuova occupazione a Termini Imerese poi, dopo l'accordo con Chrysler, ha deciso che la fabbrica deve chiudere, ma non esiste un motivo reale se non quello che l'azienda sta spostando il suo business agli Stati Uniti”.

    Un corteo di qualche centinaia di lavoratori è partito dallo stabilimento di Mirafiori. L’adesione media, secondo le tute blu, è stata pari al 50 % con punte del 70% tra gli operai. “I lavoratori non sono convinti del piano presentato – secondo il segretario provinciale della Fiom, Giorgio Airaudo -. C'è preoccupazione non solo per Termini ma anche per il futuro di Mirafiori, dove se non arrivano nuovi prodotti c'è il rischio che le 180mila vetture prodotte lo scorso anno diventino 95mila tra due anni”.

    Una data certa per discutere del futuro di Pomigliano d’Arco. Lo hanno chiesto i rappresentanti regionali dei sindacati di categoria, che hanno incontrato la stampa nella sede del Comune. Anche il sindaco della città, Andrea Della Ratta, ha ribadito la necessità di fare chiarezza in tempi brevi sul sito napoletano. Il Municipio è ancora presidiato da 36 lavoratori dello stabilimento, con contratto scaduto il 31 dicembre e non ancora rinnovato.

    Epifani, lo sciopero va benissimo - “Sta andando benissimo”. Così il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, ha commentato la mobilitazione a sciopero ancora in corso. Ora, ha aggiunto, “bisogna accelerare la verifica delle ipotesi in campo per Termini Imerese”, dove si attende una proposta che consenta di continuare la produzione di auto, e anche “risolvere il problema dei precari sul tetto a Pomigliano d’Arco”. Il sindacato chiede inoltre di presentare al più presto il piano complessivo “perché il problema è anche in altre parti del gruppo”.

    “L’incantesimo si è rotto. La buona adesione che ha avuto oggi lo sciopero dei lavoratori del gruppo Fiat e, in particolare, la forte partecipazione che ad esso hanno dato i lavoratori più giovani negli stabilimenti in cui sono presenti in misura significativa, ci dice che i dipendenti del Gruppo hanno compreso che all’immagine positiva che circonda oggi il management Fiat non corrisponde necessariamente una realtà altrettanto positiva per il futuro industriale del Gruppo in Italia”. Questo il commento ai risultati dello sciopero di Enzo Masini, coordinatore nazionale auto della Fiom-Cgil.

    Scajola, c’è spazio per salvare Termini - Nel piano industriale Fiat per l’Italia “per il governo c’è spazio anche per Termini Imerese”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola. Se l’azienda dovesse invece confermare la chiusura, allora verrà aperto “un tavolo per lavorare a una diversa indicazione industriale che eviti la chiusura di questo polo importante”. In ogni caso, a suo giudizio, “l’obiettivo deve essere quello di un aumento della produzione in Italia”.

    Questi sono i dati pervenuti al centro nazionale della Fiom entro le ore 17:00 di ieri.
    Torino. Adesioni medie del 50% nei vari stabilimenti, con punte del 70% in alcune aree di Mirafiori e del 100% alla lastratura ex Itca di Grugliasco.

    Milano. Vigorosa manifestazione sotto la sede della Regione Lombardia. Ad essa hanno partecipato i lavoratori provenienti da Arese e da altri stabilimenti della provincia.

    Corbetta (Milano). Buona adesione allo sciopero del locale stabilimento della Magneti Marelli. Al presidio realizzato fuori dalla fabbrica dagli scioperanti, hanno partecipato alcune decide di lavoratori tedeschi in lotta contro l’annunciata delocalizzazione della fabbrica in cui essi sono occupati a Reutlingen.

    Modena. Massiccia adesione allo sciopero (oltre l’80%) alla Ferrari, alla Maserati e nei due stabilimenti Cnh nella provincia emiliana.

    Crevalcore (Bologna). Nel locale stabilimento della Magneti Marelli, è stata registrata una delle adesioni più alte della giornata: oltre il 90%.

    Cassino (Frosinone). Nel grande stabilimento auto della cittadina laziale, l’adesione allo sciopero si colloca al 55%. Molto buona la partecipazione dei giovani.

    Atessa (Chieti). Alla Sevel, che con i suoi 5.500 addetti costituisce uno dei più grandi stabilimenti industriali del Mezzogiorno, è stata registrata un’adesione allo sciopero del 70%.

    San Nicola di Melfi (Potenza). Nel più grande stabilimento auto del Mezzogiorno lo sciopero è cominciato nel corso della notte tra il 2 e il 3 febbraio. I primi a scendere in lotta, infatti, sono stati infatti i lavoratori del turno notturno, quello che andava dalle 22:00 di martedì alle 06:00 del mattino di mercoledì.

    Termini Imerese (Palermo). L’adesione allo sciopero ha superato qui l’80%. Alla manifestazione tenuta in mattinata fuori dalla fabbrica, ha partecipato il Segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini.

    Alla Fma di Pratola Serra (Avellino), uno sciopero di 8 ore è stato indetto per la giornata di venerdì 5 febbraio. Infatti, dopo tre mesi di Cassa integrazione straordinaria, i dipendenti della Fma sono tornati oggi in fabbrica, con la prospettiva di essere rimessi in Cassa integrazione dopo una sola settimana di lavoro. Nella giornata di giovedì 4, i sindacati dei metalmeccanici terranno assemblee per illustrare ai lavoratori i motivi dell’iniziativa di lotta.

    Negli altri stabilimenti del gruppo Fiat, tra cui l’Iveco di Brescia, l’Iveco di Suzzara (Mantova) e la Fiat auto di Pomigliano d’Arco, in cui lo sciopero non è stato effettuato oggi a causa delle turnazioni nel ricorso alla Cassa integrazione, lo sciopero sarà effettuato nei prossimi giorni.