LAVORO E DIRITTI a cura di www.rassegna.it Sindacati in pressing dopo la sentenza della Consulta La Corte Costituzionale dichiara illegittimo il blocco della contrattazione collettiva. Cgil: “Il governo ci convochi subito per discutere sui rinnovi”. Medesima e unanime richiesta dalle sigle del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil. “Dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il blocco della contrattazione collettiva e delle norme che lo hanno prorogato, il governo ha il dovere di convocare i sindacati e avviare la discussione sui rinnovi contrattuali". E' quanto si legge in una nota della Cgil nazionale. Per il sindacato di Corso Italia devono arrivare anche "risposte sui precari e sul potenziamento dei servizi pubblici oltre il riconoscimento delle prerogative contrattuali dei lavoratori. Il governo - conclude la nota - poteva trovare una soluzione politica riaprendo la contrattazione, ora dovrà prendere atto del legittimo riconoscimento della corte del diritto al contratto per i lavoratori pubblici che si reitera da sei anni”. Medesima richiesta giunge dai segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Nicola Turco: “Chiediamo l'apertura immediata di un tavolo di contrattazione per arrivare al rinnovo del contratto subito. Il governo non ha più alcun alibi, l'alta corte si è espressa giudicando illegittimo il protrarsi del blocco della contrattazione. Per questo vogliamo che il governo avvii subito il confronto per arrivare presto al rinnovo dei contratti nella Pa", proseguono i dirigenti sindacali. "In attesa della sentenza, “che attendiamo di leggere per una valutazione più compiuta”, i quattro segretari generali evidenziano che “la decisione conferma quanto già avevamo previsto: Parlamento e Governo non possono prolungare ulteriormente un blocco illegittimo. Tuttavia il giudizio della Consulta pone un limite a una politica legislativa più attenta ai tagli che ai diritti e che ha sacrificato, spesso pretestuosamente, non solo gli investimenti nelle professionalità e nell'innovazione, ma addirittura il legittimo rinnovo del contratto dei lavoratori pubblici, alle esigenze di budget”. "Per quanto ci riguarda, siamo in campo con una mobilitazione che partirà con le tre grandi assemblee di inizio luglio, con tutti gli Rsu eletti a marzo, le lavoratrici e i lavoratori. Sarà il momento in cui avremo la nostra piattaforma nazionale e quelle di settore, per dire al Governo come si possono e si devono rinnovare i contratti. Il governo non può più nascondersi né accampare alcuna scusa, si dimostri all'altezza e ci convochi per avviare il confronto per il rinnovo", concludono. |
Da Avanti! online Fassina? Lui… di Mauro Del Bue Dunque anche Fassina, dopo Civati, lascia il Pd e si mette alla ricerca della sinistra che non c’è. Ridicolizzato da Renzi con quel “Fassina, chi?”, l’ex vice ministro e responsabile economico del PD sbatte la porta annunciando la formazione di un nuovo soggetto politico assieme a Cofferati e Civati. Forse mettendo il naso nella cosiddetta coalizione sociale di Landini, certo flirtando con Camusso e anche Vendola. L’interrogativo è, però, sempre lo stesso. C’è spazio per un partito e per una lista (che non sono esattamente la stessa cosa) alla sinistra del Pd? Sul piano politico lo spazio esiste. Più il partito di Renzi sposa idee e tendenze del centro e anche della destra (secondo me non sempre a torto) e più apre voragini a sinistra. Tra Cgil e Fiom, Sinistra e libertà e vecchi reduci, un partito si può fare. E anche con un programma credibile e avvincente. Non per me, ma capisco che un movimento verso il centro apra spazi a sinistra non solo nella fisica, ma anche in politica. Dubito assai, invece, che tale spazio esista a livello elettorale. Già col vecchio Porcellum, che prevedeva la possibilità di formare coalizioni, era esiguo. Il voto utile era una scure che si abbatteva sulle liste autonome. Adesso, col nuovo Italicum, visto che il premio va alla lista e le coalizioni sono abolite, non capisco dove potrebbero trovare i voti costoro. Dovrebbero fare una lista autonoma da quella del Pd e, visto che le coalizioni non ci sono più, anche in conflitto con essa. Ma si troverebbero a fare i conti con due difficoltà. La prima è quella a cui dovette soggiacere Bertinotti nel 2008. E cioè di favorire la vittoria del centro-destra, magari unito in una sola lista. Dunque di fare il gioco degli avversari. La seconda è quella di seminare in un’area già coperta, anche se in maniera diversa, dai Cinque stelle. Non è un caso che oggi i voti in uscita dal Pd, alle regionali e alle comunali, siano andati al movimento di Grillo e non a Sel, che non aumenta i propri consensi a fronte dell’emorragia pidina. D’altronde, se l’elettorato si ribella o si rifugia nell’astensione o preferisce votare chi contesta il sistema senza usare il politichese. Vedremo. Le difficoltà dei democratici fuoriusciti o fuoriuscenti non sono di poco conto. |
Da MondOperaio La “Claudiana” compie 160 anni Abbiamo intervistato Manuel Kromer, direttore editoriale della Claudiana (casa editrice di riferimento della cultura protestante in Italia), fondata a Torino nel 1855 e giunta dunque al suo 160mo compleanno. La “Claudiana” deve il nome a un grande vescovo di Torino vissuto nel IX secolo, lo spagnolo Claudio, considerato un precursore del movimento evangelico per la lotta contro la venerazione delle immagini nelle chiese e l’impegno in favore della diffusione delle sacre Scritture. di Danilo Di Matteo La casa editrice Claudiana compie 160 anni. L’impressione, anche partecipando al Salone internazionale del libro di Torino e ad altri eventi, è che dinanzi alla cultura protestante, nel nostro Paese, prevalgano curiosità e interesse oppure diffidenza e resistenze? Senz’altro curiosità e interesse, come del resto sempre, negli ultimi anni. Direi che è in atto un vero e proprio cambio di paradigma culturale in Italia. Mentre prima la religione era una, quella cattolica, e tutti gli altri erano visti con sospetto, ora le persone si rendono conto che viviamo in una società plurale dal punto di vista religioso. Quest’anno, forse, l’attenzione si è addirittura rafforzata, a causa del fatto che il portavoce della sala stampa vaticana aveva già annunciato che il 22 giugno 2015 papa Francesco avrebbe visitato la chiesa valdese di Torino: la prima volta di un papa in una chiesa valdese dopo 700 anni. Di certo la Claudiana rappresenta anche un ponte con il centro e nord-Europa e con il mondo anglosassone. Si tratta di un compito assai importante. Cosa può dirci al riguardo? Claudiana si è sempre sentita un ponte tra le culture protestanti e la cultura italiana, fortemente di ispirazione cattolica. Questo fa sì che le aree geografiche citate siano per noi fondamentali. Tuttavia abbiamo anche già pubblicato sulle istanze teologiche ed etiche emergenti dall’Africa, dall’America latina e dall’Asia. Questo è per noi un aspetto essenziale. Desideriamo portare in Italia tematiche anche controverse, istanze che in altri paesi sono parte della normalità, quali la liberazione della sessualità, il femminismo e le teologie della liberazione negli anni ’70, l’omosessualità e il pacifismo negli anni ’80: per non parlare di matrimonio dei preti, divorzio, aborto, eutanasia. Sono temi su cui si può e si deve discutere, non per omologarsi a una cultura liberista tout court, ma per far sentire una voce cristiana diversa da quella cattolica. Significativo a tal proposito è come in Italia sia stata accolta l’enciclica del papa «Laudato si’»: nessuno ha menzionato il fatto che il Consiglio ecumenico delle Chiese – che raggruppa la quasi totalità delle chiese protestanti e ortodosse del mondo – già negli anni ’80 aveva lanciato un grande programma di sensibilizzazione chiamato «Giustizia, pace e integrità del creato». Nel 2017 ricorreranno cinquecento anni dall’inizio della Riforma. Come si prepara la Claudiana all’evento e, più in generale, come lo vive? Sicuramente si tratta di un avvenimento straordinario. Claudiana, per il momento, si concentra sulla pubblicazione di opere di Lutero, per mettere a disposizione del pubblico italiano – colto e non – le fonti che hanno innescato questa vera e propria rivoluzione che in maniera più o meno diretta ha portato alla nascita del mondo moderno. In secondo luogo ci concentriamo su opere su Lutero (quest’autunno uscirà una grande biografia sul Riformatore), e su opere che aiutino ad attualizzare quello che avvenne all’epoca. Sarà una pubblicazione di opere molto ricca e variegata. Tutte le chiese protestanti si stanno preparando a questo anniversario, che vedrà una folta serie di iniziative e manifestazioni. Ma anche a livello universitario e laico so che si stanno ipotizzando varie e interessanti iniziative. Claudiana cercherà con le sue forze di inserirsi in queste celebrazioni, offrendo il suo contributo di fonti e analisi dell’avvenimento. Come nel 1993 – 500° anniversario della nascita di Lutero – la cultura italiana entrò maggiormente in contatto con il Riformatore (da allora il numero di opere su e di Lutero pubblicate in Italia sono aumentate a dismisura), ci auguriamo che l’anniversario dell’inizio della Riforma possa favorirne una maggiore conoscenza sia nella cultura italiana, sia anche in ambito universitario e scolastico. È ovvio – grazie al suo ricco catalogo sull’argomento – che Claudiana sarà in qualche modo la casa editrice di riferimento in quelle celebrazioni. La Claudiana tiene vivo il dialogo con altre tradizioni culturali presenti in Italia: con quella cattolica, certo, e con quelle laiche (non a caso pubblica i Quaderni Laici). In particolare, poi, essa si è confrontata con la cultura socialista, con il contributo decisivo, fra gli altri, di Giorgio Spini. Che futuro potrà avere tale confronto? Diciamo che ci piace interagire con quella parte della cultura italiana per la quale i due primi termini dello slogan del Consiglio ecumenico delle Chiese (e anche il terzo) sono parole importanti. Sotto questo punto di vista non ci siamo tirati indietro dal pubblicare due libri di autori della Cdu tedesca: Jürgen Todenhöfer, che ha scritto un bellissimo libro sull’Afghanistan nell’immediatezza della crisi afghana, e una selezione di discorsi tenuti da Angela Merkel. Certo, ci capita più spesso di sentirci in sintonia con la sinistra, ma questo non certo per partito preso, bensì su tematiche molto specifiche attinenti appunto all’etica, alla giustizia, alla pace e all’integrità del creato. |