12.01.2013

Per il lavoro sarebbe un massacro

LAVORO E DIRITTI
a cura di www.rassegna.it
 
Camusso: "La manovra non va bene, rischiamo un massacro occupazionale nel 2014". Angeletti: "Al via una grande campagna di informazione". Bonanni: "Letta non bluffi sulle tasse". Il 14 manifestazioni regionali
 
Senza un cambiamento vero "nel 2014 ci sarà un nuovo massacro occupazionale che renderà sempre più difficile immaginare una prospettiva". A dirlo è il segretario della Cgil, Susanna Camusso, parlando agli esecutivi unitari di Cgil Cisl Uil convocati ieri a Roma. "Il tempo non è una variabile indipendente", ha sottolineato Camusso. Le tre sigle hanno rilanciato la mobilitazione per cambiare la manovra.  "Basta con la politica di contenimento e galleggiamento nella quale c'è l'idea di ridimensionare il ruolo del sindacato. Questa legge di Stabilità non va bene - prosegue Camusso - perché segue quanto fatto dai governi precedenti: non c'è nessun segnale verso il cambiamento delle regole dell'economia" con in più il rischio deflazione alle porte. "Il tema è invece rilanciare la domanda, che è l'unico modo per la crescita. Di annunci infiniti non ne possiamo più".
    Nel suo discorso c'è anche un passaggio di autocritica: "Non possiamo nasconderci - osserva - il fatto che non abbiamo raggiunto un livello di mobilitazione che risponda a queste esigenze. Si discute da cinque anni della tassazione sulla casa, questo dice che abbiamo difficoltà, che dobbiamo provare a rimontare parlando col resto del mondo e non solo con chi raggiungiamo nei luoghi di lavoro organizzati". Quanto alla spending review, a suo giudizio "assolutamente necessaria", occorre però contrastare l'idea che i lavoratori siano ridotti a un oggetto del risparmio: "Non può essere una misura contabile che pensa solo alla mobilità, si deve pensare a una nuova organizzazione del lavoro pubblico". Senza dimenticare le due grandi emergenze: quella degli esodati ("un'ingiustizia terribile") e la questione degli ammortizzatori sociali. Chi pensa di rivedere la cassa integrazione, conclude Camusso, "sappia che ce ne sarà ancora più bisogno in futuro: per tutto il lavoro, anche per il pubblico, servono i contratti di solidarietà".
    "Siamo in un paese dove per anni si è costruita l'idea che i lavoratori pubblici sono la causa di tutti i mali. Noi dobbiamo ripartire dal fatto che i lavoratori pubblici sono una straordinaria risorsa del paese e che anche quando indichiamo delle cose che appaio banali, come il fatto che beni e servizi non sono la stessa cosa, stiamo esattamente indicando da un lato il livello dello spreco e dall'altro la funzione dei lavoratori pubblici nei confronti della popolazione". "La spending review – spiega il segretario generale della Cgil - non può essere semplicemente una misura amministrativa e contabile. La spending review è l'idea di quale amministrazione pubblica serve al paese ed è per questo che è connessa anche al fatto che non si possono fare continui annunci di riforme istituzionali per decreto per poi ricordarsi che invece servono delle norme costituzionali – sottolinea Camusso -, perché anche in questo modo si è costruita una situazione insostenibile nei confronti dei lavoratori".
    "Lo abbiamo visto con la cassa integrazione in deroga, i fondi inter professionali, le provenienze dalla produttività, cioè l'idea che si investa sul lavoro è un'idea che non c'è e come si fa a non investire sul lavoro?", si chiede il leader della Cgil e prosegue: "Si contrappongono sempre interessi di lavoratori tra gli uni e gli altri. Lo si è fatto sulla cassa in deroga, lo si fa sui pubblici, si rischia di farlo sulle questioni delle politiche industriali e le riorganizzazioni dei grandi settori. Allora noi dobbiamo essere molto chiari nel fatto che invece l'obiettivo di questa nostra rivendicazione è l'obiettivo di aumentare le risorse al lavoro e facendolo – conclude Camusso - mettiamo anche a disposizione le nostre competenze, le nostre professionalità perché tutto ciò avvenga concretamente".
    "Vogliamo un risultato, non ci arrendiamo e non ci arrenderemo, vogliamo una consistente riduzione delle tasse su lavoro e pensioni". Così il segretario della Uil, Luigi Angeletti, ha aperto la riunione. Il dirigente sindacale ha annunciato l'inizio di una imponente campagna di informazione per cambiare la manovra che culminerà con manifestazioni regionali il 14 dicembre e che in ogni caso "terminerà solo il giorno in cui questo risultato sarà ottenuto", ha precisato. I sindacati puntano "a rendere esplicito il fatto che la stragrande maggioranza di chi rappresenta il lavoro è contrario" a questa legge di Stabilità. E questa volta, afferma Angeletti, lo faranno non con uno sciopero, che sarebbe "uno strumento limitato", ma con una grande campagna di informazione ("tappezzeremo tutto il paese con milioni di volantini e manifesti") perché l'interlocutore, il governo, è un soggetto politico e dunque "si deve intaccare il ciò che ha di più caro, cioè il consenso dell'opinione pubblica".
    "Il governo - afferma Angeletti nella sua analisi - ha solo cercato di stabilizzare il deficit 2013 attraverso una tradizionalissima manovra" e lo ha fatto "nel modo più neutrale possibile". Il contenimento della spesa "è avvenuto tramite la privazione di diritti sindacali di 3 milioni e mezzo di lavoratori pubblici e con la mancata reintroduzione dell'indicizzazione delle pensioni, ecco dove hanno fatto i veri risparmi". "Probabilmente - afferma - l'esecutivo non puntava a una manovra recessiva, tuttavia la compressione della domanda interna" che ne deriva "rende irrealistica ogni prospettiva di crescita, per quanto possano andare bene le esportazioni". Per far crescere la domanda interna serviva invece "una redistribuzione, anche modesta, degli impieghi delle risorse pubbliche", cosa che si poteva fare "eliminando gli sprechi e costi indiretti della politica". Insomma, è stata fatta "un'operazione per rendere stabile il quadro politico, e forse non ci sono neanche riusciti, senza pensare ai veri problemi del paese".
    "Letta annuncia sul giornale (Il Sole 24, ndr) novità sul cuneo fiscale: ci aspettiamo un abbassamento delle tasse su lavoro e pensioni grazie al recupero di risorse dalla spending review, dall'evasione e dalle rendite. Risorse da collegare automaticamente al taglio delle tasse. Vedremo se il governo, nel gioco degli emendamenti alla Camera, si prenderà la responsabilità di presentare il proprio emendamento, rendendo fruibile una proposta fatta così nettamente da sindacati e imprese. Così sarà chiaro se è bluff o se c'è una reale volontà di farlo". A dirlo è il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, chiudendo la riunione.
    "Non ci basta il brodino di 13 euro - prosegue il dirigente sindacale riferendosi alle prime cifre circolate -, ci aspettiamo e possiamo ottenere qualcosa di molto consistente, ma dipende anche da come ci poniamo noi". Quanto alle pensioni, "non siamo d'accordo con il governo, lo diciamo con chiarezza, sul balletto indegno della rivalutazione: è poco serio annunciare aumenti, perfino il ministro l'ha fatto, e vedere le stesse istituzioni che poi indietreggiano". La proposta del commissario allaspending review, Carlo Cottarelli, per Bonanni non è banale: "Per la prima volta è ben dettagliata. La mobilitazione, per noi, significa organizzarci, posto per posto, per aprire una discussione e non far mancare mai dati, proposte, denunce. Lì dobbiamo fare ciò che la politica spesso non fa: saper dire ciò che è prioritario e ciò che viene subito dopo per riqualificare i servizi e riabilitare la contrattazione nel pubblico impiego".