4.07.2015

Appalti. Un decalogo per la legalità

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it

 

Appalti. Un decalogo per la legalità

 

Legambiente, Libera, Cgil, Cisl e Uil presentano le loro proposte per liberare gli appalti da sprechi, mafie e corruzione. "Dieci priorità e trenta proposte concrete per un futuro migliore e per rendere il Paese più moderno e funzionale."

 

Legambiente, Libera, Cgil, Cisl e Uil lanciano il decalogo "Legalità e qualità nelle opere pubbliche" indirizzato al Premier e ministro ad Interim delle Infrastrutture Matteo Renzi. L'obiettivo è quello di sollecitare il Governo affinché siano prese tutte le misure necessarie affinché i cantieri delle opere pubbliche in Italia siano liberati dalla corruzione e dalle mafie, per rendere possibile la realizzazione di infrastrutture davvero utili per tutti, fondate su innovazione, qualità, trasparenza, sviluppo, occupazione, tutela del lavoro, dell'ambiente e del territorio.

    “L'Italia ha bisogno di nuovi investimenti nelle infrastrutture per rendere il Paese più moderno, con città più vivibili e sostenibili. Occorre garantire strutture di comunicazione funzionali, impianti idrici e di depurazione efficienti, solo per fare alcuni esempi, indispensabili per far ripartire davvero l'economia. I ritardi che caratterizzano il Paese, troppo spesso frutto di corruzione e opacità, possono essere recuperati solo attraverso scelte radicali, che passano innanzitutto per l'individuazione di opere realmente utili e coerenti con questa visione” – hanno dichiarato il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, Luigi Ciotti, presidente di Libera, Susanna Camusso, Segretario Generale della Cgil, Annamaria Furlan, Segretario Generale della Cisl e Carmelo Barbagallo, Segretario Generale della Uil - “ma per questo serve una nuova programmazione, un confronto pubblico trasparente e delle serie e indipendenti analisi di costi e benefici”.

    Per sradicare la corruzione che pervade il settore dei lavori pubblici su cui, dal Mose all'Expo, è intervenuta a più riprese la magistratura, occorre cambiare in modo radicale il sistema che governa appalti e lavori. Già nel 1996 il Rapporto Cassese aveva fatto suonare allarmi che non sono stati ascoltati: a quasi venti anni da quel documento ancora troppo poco è cambiato. “Su 33 grandi opere oggetto di indagine nel triennio 2007-2010, il costo sostenuto dalle casse pubbliche era passato da 574 milioni di euro dell'assegnazione iniziale a 834 milioni di euro: si tratta di un onere aggiuntivo per i cittadini pari al 45% del valore iniziale di aggiudicazione. È necessario stabilire regole chiare e responsabilità - hanno concluso Cogliati Dezza, Ciotti e Camusso, Furlan e Barbagallo - ma è altrettanto indispensabile innovare il settore delle costruzioni in Italia, per elevare finalmente la qualità della progettazione attraverso i concorsi, riducendo gli impatti e contribuendo alla lotta ai disastri ambientali con serie valutazioni preliminari, garantendo un trasparente confronto con i territori e la più ampia informazione dei cittadini, tutelando i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici”.

    Ecco, di seguito, dalle regole ai controlli, le dieci priorità indicate da Legambiente, Libera, Cgil, Cisl e Uil.

 

 

1. Rendere più efficace il quadro normativo: recepire le Direttive comunitarie in tema di appalti e procedere a una rapida riscrizione del nuovo codice degli appalti; snellire il codice dei contratti pubblici per evitare il ricorso all’urgenza o all’azione in deroga delle norme; ridurre il numero dei centri decisionali; riformare l’istituto dell’arbitrato;

    2. Assegnare appalti di lavori, servizi e concessioni pubbliche solo tramite gare standardizzate: abolire la trattativa privata e ridurre le strutture parastatali e quelle con struttura privatistica; standardizzare e semplificare contratti del medesimo genere, prevedendo l'indicazione in fase di gara del contratto applicato per profilo merceologico prevalente e l'utilizzo del documento di gara unico europeo; attivare concorsi per tutte le opere pubbliche;

    3. Rafforzare i corpi tecnici dello Stato per eliminare il ricorso a professionisti esterni in progettazione e direzione lavori; abolire l’anomalo istituto del general contractor per evitare che la direzione lavori sia in carico alla stessa stazione appaltante; organizzare corpi stato separati e autonomi da influenze politiche; prevedere subappalti controllati, divieto di attribuzione del sub appalto ad imprese che hanno partecipato alla gara;

    4. Affidare lavori solo sulla base di progettazioni esecutive: permettere l’affidamento per le concessioni di lavori e di project financing solo sulla base di progettazioni definitive; condizionare l’esecuzione della gara alla sussistenza di finanziamenti sufficienti a coprire l’intera durata della prestazione;

    5. Implementare e migliorare il sistema delle white list: premiare nelle gara le imprese che non siano coinvolte in vicende di corruzione e di mafia; rendere obbligatorio, per le categorie di lavori sensibili, l'iscrizione alle white list, preferire le imprese con buoni e certificati risultati nelle loro precedenti attività contrattuali e controllare la certificazione fiscale e contributiva;

    6. Attuare il miglior controllo istituzionale: ampliare i poteri di intervento, vigilanza e sanzione dell'Autorità nazionale anticorruzione per tutte le opere pubbliche; definire indicatori certi e quantificabili sia di processo che di risultato, in modo da poter tempestivamente misurare l’efficienza della prestazione dei contraenti privati;

    7. Rendere efficace il controllo tecnico per ogni appalto: scegliere collaudatori indipendenti sulla base di criteri definiti dall'Autorità nazionale anticorruzione e solo alla fine dei lavori; fornire incentivi economici per quei funzionari che conseguono buoni risultati ed inchieste interne volte ad accertare le cause di procedure con esiti scadenti;

    8. Garantire completa trasparenza e incoraggiare il controllo civico: adottare il Freedom Of Information Act anche in Italia, per rendere massimamente trasparente qualunque opera pubblica nazionale e locale; introdurre il Debat Public per tutte le opere pubbliche nazionali, con garanzie su informazioni e risposte ai cittadini, sui tempi del confronto e delle decisioni.

    9. Proteggere l’ambiente: attraverso la Valutazione di impatto ambientale sul progetto preliminare, con verifiche nelle fasi successive e introduzione di Linee guida per le mitigazioni e compensazioni ambientali; utilizzare materiali provenienti dal recupero nei capitolati di appalto, per ridurre il prelievo da cava, attraverso il recepimento delle Direttive europee e fissando standard minimi obbligatori;

    10. Tutelare i lavoratori, contrastando la pratica del massimo ribasso; reintrodurre il rispetto della clausola sociale vincolante nei campi di appalto; escludere dalle procedure di appalto le imprese che abbiano violato gli obblighi contrattuali verso i lavoratori, assicurando la corretta applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro; rendere obbligatorio il pagamento diretto del subappaltante da parte della stazione appaltante e in caso di inadempienza dell'impresa appaltatrice, il pagamento diretto dei lavoratori da parte della stazione appaltante.