4.01.2014

Il corridoio Razvitie - Presentato a Mosca un grande progetto di sviluppo del continente euro-asiatico.

di Mario Lettieri, già Sottosegretario all'economia (governo Prodi)

e Paolo Raimondi, Economista

Mentre i venti di una nuova guerra fredda e i rischi di veri e propri conflitti intorno alla questione Ucraina crescono, importanti personalità dell’economia e delle scienze della Russia propongono invece una visione pacifica dello sviluppo infrastrutturale, economico e culturale dell’intero continente euro-asiatico.

L’11 marzo scorso, a Mosca il presidente delle Ferrovie Russe, Vladimir Yakunin, con il decisivo sostegno della prestigiosa Accademia delle Scienze Russa (RAS), ha proposto un progetto di grandi investimenti infrastrutturali noto come “Il corridoio euro-asiatico Razvitie”. Questa parola russa significa sviluppo.

Gli autori sono stati tra i pochi stranieri invitati all’evento. Dopo la sua validazione scientifica da parte della RAS, il progetto adesso è pronto per essere presentato e discusso nelle varie istituzioni dell’amministrazione statale.

Si tratta di un mega progetto, che negli anni potrebbe richiedere investimenti per parecchie centinaia di miliardi di euro, per collegare con moderne infrastrutture la costa russa del Pacifico con i Paesi europei fino all’Atlantico. Nel corridoio, oltre ai trasporti ferroviari e autostradali, sono previsti anche collegamenti continentali con pipeline per il gas, il petrolio, l’acqua, l’elettricità e le comunicazioni. Si prevedono anche collegamenti diretti con la Cina, che del resto sta già attivamente portando avanti simili politiche di sviluppo euro-asiatico attraverso la realizzazione di moderne Vie della Seta, e con il Nord America, con la realizzazione di collegamenti ferroviari che, passando attraverso lo Stretto di Bering, potranno collegare via terra la Russia e l’Asia con l’Alaska.

Evidentemente la visione strategica del progetto va ben oltre la realizzazione del corridoi di transito. Infatti si ipotizza anche lo sviluppo in profondità di una fascia di 200-300 km lungo l’intera linea per nuovi insediamenti urbani e nuovi centri produttivi. Secondo Yakunin un tale progetto potrebbe creare almeno 10-15 nuovi tipi di industrie basate su tecnologie completamente nuove.

Potrebbe sembrare l’idea di visionari. Ma la Russia da tempo sta cercando di definire una strategia che non sia soltanto economica ma che sappia mobilitare e unire le forze sociali, culturali e spirituali dell’intera popolazione intorno ad un grande progetto.

In questo modo si pensa anche di affrontare la questione demografica in un Paese che ha visto negli ultimi venti anni diminuire spaventosamente i livelli di popolazione e di fertilità. Con esso si potrebbe mettere in moto anche una progressiva urbanizzazione dei territori della Siberia e dell’Estremo Oriente ancora quasi totalmente disabitati.

In verità la Russia in passato si è sempre mobilitata intorno a grandi progetti che inizialmente sembravano irrealizzabili. La costruzione più di cento anni fa della linea ferroviaria transiberiana lunga 9.300 km, il piano di elettrificazione dell’Unione Sovietica e i programmi spaziali sono gli esempi più noti.

Yakunin ha ricordato che recentemente sono già stati decisi investimenti di lungo termine quali la modernizzazione della Transiberiana e della linea ferroviaria Bajkal-Amur.

La crisi globale che ancora caratterizza l’inizio del ventunesimo secolo potrebbe essere un importante stimolo per un nuovo accordo della Russia con l’Unione europea e gli Stati Uniti dando una risposta vincente alla politica di deindustrializzazione che ha colpito tutte e tre le aree.

L’utopia della società post-industriale è fallita e potrebbe così essere superata con una nuova e moderna industrializzazione. In un mondo di scambi di beni e di tecnologie, il corridoio di sviluppo euro-asiatico dovrebbe quindi conciliare gli interessi dei tre grandi sistemi economici, creando nel contempo una garanzia di sicurezza geopolitica per tutti.

E’ ovvio che un progetto di così grande portata può essere realizzato soltanto con la partecipazione di tutti i Paesi coinvolti ed interessati, a cominciare dall’Unione europea, il cui contributo tecnologico appare insostituibile. Per l’Europa e per l’Italia si aprirebbero anche prospettive di modernizzazione tecnologica, di nuova occupazione e di nuovi business per le nostre imprese.

Può sembrare stravagante in questo delicato momento dei rapporti tra i Paesi del G8 parlare di simili progetti, ma riteniamo che occorra pensare a nuove fasi di sviluppo globale e a nuovi assetti geopolitici pacifici e fortemente integrati.

 

 

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it

Europa - «Un milione di

firme contro l'austerità»

Al via la raccolta di sottoscrizioni: obiettivo da raggiungere su almeno sette paesi dell'Unione. Fausto Durante, responsabile del Segretariato Europa Cgil: "Dobbiamo indurre la Commissione a un cambio di passo in direzione della crescita"

“Dobbiamo indurre la Commissione europea, particolarmente sorda alle istanze del mondo del lavoro, a produrre atti legislativi che cambino le politiche di austerità e affrontino il tema della crescita, ovviamente della crescita sostenibile, come leva per superare la crisi. Ci auguriamo che quest’iniziativa riesca a centrare l’obiettivo”. A dirlo è Fausto Durante, responsabile del Segretariato Europa della Cgil, parlando della raccolta di firme (ne servono un milione in almeno sette paesi dell'Unione) avviata tra i cittadini europei, che ha come base “il Piano per un nuovo corso in Europa approvato nel novembre scorso dalla Confederazione europea dei sindacati”.
A sostenere queste azioni sindacali, spiega Durante ai microfoni di RadioArticolo1 (
qui il podast), ci sono le associazioni e i movimenti della società civile, a partire dal Movimento federalista europeo, che “ha deciso, e noi come sindacato confederale italiano supportiamo questa decisione, di dare corso alla raccolta di firme, sfruttando la possibilità dell’Iniziativa dei cittadini europei, che è un modo con il quale i cittadini dell'Unione possono far sentire la propria voce su singoli temi specifici alle istituzioni di Bruxelles”.

Nella giornata del 24 marzo si sono svolte le conferenze stampa di presentazione della campagna in Italia e in Francia. Nei prossimi giorni, e comunque entro la fine di questa settimana, sono previste iniziative analoghe di presentazione negli altri paesi in cui è costituito il comitato nazionale a sostegno del Comitato europeo per la raccolta delle firme.
“Molto utile per la divulgazione dell’iniziativa – conclude Durante – è l'impegno congressuale della Cgil, così come potranno essere utili tutte le iniziative per il Primo Maggio, per fare in modo che ci sia già dall'avvio di questa raccolta di firme, che può durare un anno, un risultato significativo. Per raccogliere le firme, che possono essere apposte sia su moduli cartacei sia online, utilizzeremo tutte le iniziative per la campagna elettorale delle elezioni europee. Anche perché, come abbiamo visto dalle elezioni amministrative francesi di ieri, se non si cambiano queste politiche di austerità, di rigore, di taglio al welfare e alla spesa pubblica, alla fine vince la destra e l'idea di Europa deperisce”.