4.09.2014

Edilizia: uscire dalla crisi, senza costruire più case

LAVORO E DIRITTI - a cura di www.rassegna.it

 

"Consumo di suolo zero nel 2050 è il nostro obiettivo"- La relazione del segretario generale Schiavella apre il congresso della Fillea a Roma. In questi anni la crisi ha bruciato “oltre 700.000 posti di lavoro”, ma per uscirne non serve altro cemento.

“Questo congresso ci racconta una storia diversa da quella che raccontano i giornali. Un congresso fatto di persone che ci hanno consegnato i loro problemi, spesso insieme alla loro incazzatura, ma li hanno consegnati a noi e non ad altri, caricandoci di responsabilità e costringendoci ad interrogarci sull'efficacia della nostra azione. Tutto ciò non finisce sui giornali, sommerso da una lettura del confronto interno basata su uno scontro Fiom - Cgil. Quella rappresentazione è funzionale ad un disegno politico esterno, ma anche conseguenza di nostre responsabilità”. Inizia così la relazione di Walter Schiavella, segretario generale della Fillea Cgil che oggi, 2 aprile, ha aperto il congresso nazionale della categoria a Roma.

Per Schiavella però “il problema non è la democrazia interna, né il fatto che si sia andati al congresso con due documenti. Semmai quello che è inaccettabile è la negazione dei risultati congressuali e il discredito generalizzato spesso gettato sull'organizzazione”.

Per quanto riguarda il “congresso reale” come lo definisce il segretario della Fillea, la situazione è drammatica. “La crisi ha devastato il nostro mondo – ha detto Schiavella - I numeri non raccontano tutto: le storie raccontano di più, raccontano sofferenza ma anche dignità, coraggio e speranza; ma insieme al coraggio abbiamo incontrato anche disperazione, quella che spesso ci coglie di fronte a domande senza risposta..quelle domande alle quali, spesso,lo stesso che ce le pone non trova soluzioni e ricorre a gesti estremi, la tragedia dei tanti suicidi per il lavoro che manca che si aggiunge a quella altrettanto inaccettabile di chi muore sul lavoro”.

“L'Europa è stata il grande assente dal versante sociale e, su quello economico versante economico, la protagonista di politiche recessive che hanno aggravato diseguaglianze e sofferenze”, continua il segretario Fillea. Per questo “la prossima scadenza elettorale è fondamentale per restituire all'Europa la sua dimensione sociale e sconfiggere le forze della destra populista e i nazionalismi”.

Ma la crisi chiama in causa non solo i governi, anche le imprese, “in evidente crisi di rappresentanza – accusa Schiavella - e troppo spesso tentate di usare la crisi come pretesto per scaricarne i costi finali sul lavoro. In questo quadro, con i nostri limiti e le nostre contraddizioni, abbiamo agito.”

In questo contesto, la Fillea Cgil ha raggiunto “quasi 20.000 accordi di gestione di crisi aziendali in quattro anni, 5000 accordi l'anno, 400 accordi al mese”, sottolinea il segretario. “Accordi con i quali si è garantito sostegno al reddito ai lavoratori coinvolti e spesso la salvezza del futuro produttivo di molte imprese e dei relativi posti di lavoro. Abbiamo garantito la tenuta del sistema contrattuale rinnovando i CCNL e moltissimi accordi di secondo livello”.

Ciò nonostante, in questi anni la crisi ha bruciato “oltre 700.000 posti di lavoro” nel settore costruzioni e “ha alimentato tale fuoco col soffio potente dell'irregolarità”.

La risposta, per Schiavella non può che essere il Piano del Lavoro e al suo interno la sfida coraggiosa lanciata dalla Fillea: “Abbiamo scelto di uscire dalla crisi non costruendo più case – ha detto ancora il segretario - E' come se i metalmeccanici avessero scelto di non costruire più automobili perché inquinano e i chimici avessero deciso che curarsi con le erbe è più sicuro che farlo con i farmaci tradizionali, ovvio che è un paradosso, non abbiamo mai avuto ambizione di dare lezioni a nessuno, ma è altrettanto vero che non accettiamo lezioni da nessuno”.

“Le nostre città future dovranno essere in primo luogo dei cittadini”, insiste Schiavella. “Una nuova legge sui suoli si impone, una legge che non regali plusvalenze immeritate alla rendita fondiaria e che metta la ricchezza determinata dagli strumenti di programmazione pubblici al servizio di interessi pubblici. Ci sono strumenti idonei a farlo, da quelli fiscali a quelli urbanistici legandoli alla scelta di non consumare più suolo e di privilegiare recupero e riuso delle aree impermeabilizzate. Consumo di suolo zero nel 2050 è il nostro obiettivo”.

Legalità e regolarità del lavoro sono altri due cardini fondamentali per la Fillea Cgil. “Su questo terreno ci piacerebbe davvero che il governo cambiasse verso al Paese”, aggiunge Schiavella secondo il quale “in questi anni la situazione è peggiorata: produzione e fatturati hanno continuato a calare mentre l'irregolarità aumentava; come allora non vedere l'inefficacia di politiche che hanno indebolito il quadro normativo, dalla responsabilità solidale al Durc, dalle norme sulla sicurezza a quelle sul mercato del lavoro? Ma se una politica palesemente non funziona, allora perché insistere?”.

Sul versante contrattuale l'obiettivo della Fillea, primo sindacato del settore in termini di rappresentanza, è quello della riduzione del numero dei contratti, giungendo a due soli Ccnl: uno unico per l’edilizia e un altro per gli impianti fissi che raggruppi legno, cemento, lapidei e laterizi”.