LAVORO E DIRITTI a cura di www.rassegna.it Ue: all'Italia serve sforzo, non manovra Olli Rehn precisa dopo le notizie circa la necessità una nuova manovra per il nostro paese: "Raggiungerete gli obiettivi previsti per il 2013, perché siete in linea con il Patto di stabilità e crescita. Si prevede una graduale ripresa nel 2013. "L'Italia è sulla strada giusta per raggiungere il pareggio strutturale di bilancio e non ha bisogno di nuove manovre". E' la precisazione del commissario europeo agli Affari economici Olli Rehn, dopo che in mattinata erano circolate insistenti notizie circa la previsione da parte della Commissione di Bruxelles di una nuova manovra per il nostro paese. Il nostro paese "raggiungerà gli obiettivi previsti per il 2013" nel rapporto deficit/pil "al netto degli effetti ciclici ed in termini strutturali", ha specificato il vicepresidente della Commissione, presentando le stime di primavera. "E' in linea con il Patto di stabilità e crescita", ha aggiunto. In sostanza, per risollevare le sorti dell'Italia basterebbero gli interventi programmati. In Italia, a dirla tutta, ci sono delle "fragilità", ha continuato Rehn. "La nostra indicazione per un rapporto deficit-pil 2013 a -1,1% è un po' peggiore del target italiano dello 0,5% del pil, ha aggiunto il commissario "ma in termini strutturali, al netto degli effetti ciclici e di misure una tantum, questo significa un bilancio in equilibrio nel 2013. Quindi - ha precisato - anche le nostre previsioni dicono che l'Italia dovrebbe raggiungere i suoi obiettivi di bilancio a medio termine l'anno prossimo. Pertanto - ha concluso Rehn - l'Italia è in linea con le disposizioni del Patto di stabilità e di crescita". E' essenziale, però, che "Italia ed Europa lavorino in generale sul fronte della stabilizzazione e anche della promozione della crescita", ha rimarcato il commissario. "Una graduale ripresa è previsto che cominci nella seconda metà di questo anno e prenderà velocità nel 2013". La valutazione delle "condizioni macroeconomiche", in ogni caso, è stata fatta non solo per Italia e Spagna ma per tutti i paesi sotto procedura di deficit eccessivo. Un approccio politico della Commissione diverso da quello del recente passato e che potrebbe preludere alla introduzione della 'golden rule', ovvero dello scorporo degli investimenti produttivi dal calcolo del deficit come proposto da Roma e come chiesto anche dai socialisti al Parlamento europeo. |
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LAVORO E DIRITTI a cura di www.rassegna.it Adinolfi, rivendicano gli anarchici del Fai La risposta dei lavoratori alla notizia della rivendicazione dell'attentato: "Dire no a qualsiasi forma di violenza, specie quella terroristica". La "Federazione Anarchica Informale" si attribuisce l'attentato all'ad di Ansaldo Nucleare in un documento inviato al Corriere della Sera. I lavoratori annunciano un'ora mobilitazione per lunedì: no alla violenza. Sindacati liguri: tenere alta la guardia Dopo quattro giorni arriva la rivendicazione per l'attentato all'ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. Ad attribuirsi il gesto è la "Federazione Anarchica Informale, cellula Olga" in un documento di varie pagine arrivato l'11 maggio via posta ordinaria alla redazione di Milano del Corriere della Sera. Una rivendicazione che "in linea di massima pare attendibile", ha detto della il procuratore di Genova, Michele Di Lecce. "Dobbiamo ancora analizzarla a fondo ma è strutturata". Nel frattempo, Adinolfi ha lasciato l'ospedale san Martino di Genova, dov'era ricoverato da lunedì: in sedia a rotelle, ma sorridente e apparentemente tranquillo, non ha rilasciato commenti. "Abbiamo azzoppato Roberto Adinolfi, uno dei tanti stregoni dell'atomo". È uno dei passaggi del testo che annovera il dirigente "tra i maggiori responsabili insieme a Scajola del rientro del nucleare in Italia". "Pur non amando la retorica violentista - scrivono gli anarchici - con una certa gradevolezza abbiamo armato le nostre mani, con piacere abbiamo riempito il caricatore. Piombo nelle gambe per lasciare un imperituro ricordo di quello che è un grigio assassino". Secondo gli autori dei gesto terroristico, presto ci potrebbe essere una Fukushima europea. E di questo viene ritenuto colpevole anche Adinolfi. Con il ferimento del manager, la Fai annuncia "una campagna di lotta contro Finmeccanica piovra assassina. Oggi l'Ansaldo nucleare, domani un altro dei suoi tentacoli, invitiamo tutti i gruppi e i singoli a colpire tale mostruosità con ogni mezzo necessario". Che gli anarco insurrezionalisti fossero anche pronti a uccidere, gli analisti lo sapevano da tempo. E lo scorso 22 febbraio, a parlarne davanti ai parlamentari della Commissione Affari costituzionali era stato lo stesso capo della polizia, Antonio Manganelli. Se fino ad oggi non c'è scappato il morto, come ad esempio in Grecia, aveva sottolineato Manganelli, "è perché abbiamo avuto la fortuna che non accadesse". Ma non è certo un mistero - perché sono stati loro stessi a scriverlo in documenti intercettati sul web - che gli aderenti alla Federazione anarchica informale avessero aderito alla proposta degli 'omologhi' greci delle Cellule di cospirazione di fuoco, ovvero alla proposta di "adesione ad un network internazionale più agguerrito, che mira a mettere in piedi azioni violente antisistema". E' una galassia antagonista armata in cui non è facile distinguere le varie posizioni, ma che appare pronta ad alzare il livello dello scontro. L'ultima apparizione sulla scena italiana della Fai risale allo scorso dicembre scorso, alla ennesima "campagna di Natale" di cui fecero le spese prima l'ad della Deutsche Bank, poi il direttore generale di Equitalia, destinatari di altrettanti pacchi bomba. Ansaldo Energia e Ansaldo Nucleare si fermeranno almeno un'ora lunedì mattina per "dire no a qualsiasi forma di violenza, specie quella terroristica". È la risposta dei lavoratori alla notizia della rivendicazione dell'attentato. Cgil Cisl Uil di Genova e della Liguria respingono "con fermezza ogni azione violenta e antidemocratica che va contro la civile convivenza; ogni atto volto a creare tensione sociale e a destabilizzare il Paese è da condannare senza appello". I sindacati invitano i lavoratori genovesi "a tenere alta la guardia contro ogni atto contrario ai principi democratici fondanti la nostra società e rinnovano l’impegno del sindacato contro ogni forma di violenza, anche con forme di mobilitazione nei confronti di azioni criminali che la città e il Paese hanno già tristemente conosciuto in passato". |